spettacolo

La Metamorfosi della Fura

Il gruppo catalano in tour in Italia

Oltre 2.500 rappresentazioni in 4 dei 5 continenti, più di 3 milioni di spettatori. Performance decisamente radicali, "scomode", con un linguaggio estremo, diretto, irrequieto e trash. Definita da un critico "la compagnia teatrale contemporanea più drammatica e intensa del mondo"; La Fura dels Baus, gruppo catalano nato nel 1979, torna in Italia con il suo ultimo provocante lavoro, una Metamorfosi, liberamente tratta dal celebre racconto di Kafka, in cui un commerciante di tessuti si sveglia una mattina trasformato in insetto.

Come in Faust, 3.0. e in XXX, i precdenti lavori portati in Italia, anche in questo caso la compagnia ha rivisitato il testo, pur mantenendo i tratti fondamentali della storia originale. Ma a differenza delle esperienze precedenti si è dimostrata più attenta al contenuto originale del testo, che alla performance. Pur senza rinunciare alla contaminazione con il digitale, la FURA di Metamorfosis intraprende un cammino inverso, che va dalla tecnologia alla parola, nella ferma convinzione che oggi la parola abbia maggiori possibilità comunicative come grande vettore di mille emozioni ed immagini. 

Secondo il regista Àlex Ollé (che, insieme a Miki Espuma, Pep Gatell, Jürgen Müller, Carlös Padrissa e Pera Tantina è uno dei Direttori Artistici de La Fura dels Baus), “La Metamorfosi” di Kafka diventa il punto di partenza per analizzare le ansie dell'uomo del XXI secolo e la nostra paura della solitudine.

Nella trasposizione teatrale vengono usate parti del testo originale di Kafka, nella traduzione fatta da Jorge Luis Borges, alle quali è stata aggiunta una serie di nuovi testi scritti in collaborazione con il drammaturgo Javier Daulte, che ha permesso di rendere teatrale un testo che nasce originariamente come puramente narrativo. I video, altra costante ed elemento costituente dello stile della Fura,  realizzati da Frank Aleu ed Emmanuel Carlier, sono i protagonisti di alcuni momenti cruciali dell’opera e portano il racconto in una dimensione impossibile da rappresentare sulla scena perché svolta in chiave iperrealistica o fantastica.

Un’atmosfera irreale prende vita, attraverso proiezioni sullo schermo e sul cubo, tesa ad avvicinare il pubblico all’immaginario kafkiano. Per trasmettere l’idea del mescolamento tra realtà e sogno, in Metamorfosis vengono combinate inoltre immagini reali e manipolate attraverso un processo di post produzione.



Di grande impatto, e in puro stile furero, come sempre del resto, scenografia e musiche.
La scenografia è costituita da un grande cubo trasparente (4 x 4 m), uno schermo (approssimativamente 10 x 6 m) e un tavolo. Questi tre elementi sono soggetti ad una trasformazione continua. Anche lo spazio è legato al concetto di metamorfosi, è un protagonista ulteriore dell’opera, uno spazio che vive di vita propria ed è, per tanto, in termini drammaturgici, moltiplicatore di senso.
Il cubo trasparente ha un grande significato. È una metafora dello stato del protagonista. Da un lato, costituisce uno spazio chiuso, claustrofobico, in cui abita Gregor, il suo mondo interiore e il suo spazio vitale. Dall’altro, rappresenta una protezione dall’esterno, la corazza dell’insetto (duro fuori e debole dentro). È una teca, il contenitore trasparente dove vive un insetto osservato al microscopio. Il cubo, integrato nella scena, permette un gioco simbolico tra quello che accade all’interno e quello che accade all’esterno dello stesso: la realtà e il sogno, la vita e i pensieri… Nello stesso tempo, arricchisce l’azione, permettendo ai diversi personaggi di essere dentro o fuori dal cubo, in base a quello che sta succedendo nella storia. La FURA ha voluto che il cubo rappresentasse una sorta di palco all’interno del palco. Costruito con materiali che permettono all’attore che interpreta Gregor Samsa di muoversi ad ogni livello dello spazio. Il cubo è in grado infatti di spostarsi sul palco mantenendo una relazione costante con il grande schermo, che, nella proposta scenografica di Ronald Olveter, svolge un ruolo da protagonista e può muoversi dal proscenio fino quasi al bordo del palcoscenico, creando spazi e realtà diversi. Nella posizione più avanzata trasforma il teatro in una sala cinematografica. Infine, il tavolo rappresenta l’abitazione della famiglia, il suo spazio vitale rispetto al grande cubo in cui si è rinchiuso Gregor. Un tavolo smontabile in quattro sottotavoli che simboleggiano lo smembramento della famiglia di fronte alla tragedia.

La musica, in Metamorfosis, è a cura di Josep Sanou ed è concepita come una colonna sonora costituita da tre elementi. Quello strettamente musicale, che crea atmosfere attraverso suoni e composizioni originali, la sonorizzazione dei video e l’amplificazione e la gestione del suono in diretta.

Attacco globale ai sensi del pubblico, quindi, anche questo spettacolo, che utilizza tutti i possibili mezzi di stimolazione visiva, diventa un rituale, il cui scopo è alla fine far leva sul subconscio dello spettatore e comunicare un preciso messaggio.

Ecco le prossime date:

24 - 25 - 26 Febbraio
Torino - Teatro Colosseo
1 – 2 – 3 – 4 – 5 Marzo
Milano - Teatro Smeraldo 
8 – 9 – 10 – 11 Marzo
Roma -  Auditorium della
15 – 16  Marzo
Bologna - Teatro delle Celebrazioni   
18 - 19  Marzo
Genova - Teatro Politeama Genovese