Utile netto più che triplicato nel 2005 per Capitalia, che mette a segno risultati economici decisamente lusinghieri e promette ai suoi azionisti un dividendo allettante. L'utile nell'ultimo anno è stato pari a 1,028 miliardi di euro, mentre i ricavi sono arrivati a quota 5,172 miliardi, per un rialzo pari al 6%.
Il margine di interesse, secondo il comunicato diffuso dalla stessa Capitalia, è sceso leggermente dello 0,6% a 2,5 miliardi di euro mentre il margine di intermediazione è salito del 6% a 5,1 miliardi. Il risultato lordo di gestione è passato a quota 1,9 miliardi (più 14,9%) mentre i costi operativi sono saliti dell'1,1% a 3,1 miliardi.
In forte riduzione (meno 59,4%) le rettifiche e gli accantonamenti a fine anno che sono ammontati a 589 milioni di euro. Un risultato, rileva Capitalia, "principalmente riconducibile al miglioramento di qualità del portafoglio crediti".
Gli utili da cessioni sono stati di 82 milioni di euro grazie alla vendita di alcune partecipazioni minori contro i 458 milioni dell'anno precedente, dato che includeva la cessione della maggioranza di Fineco Vita.
Infine la raccolta 2005 è salita del 13,2% a 90,2 miliardi di euro mentre gli impieghi hanno visto una crescita del 7,8% a 82,3 miliardi di euro.
Il Cda di Capitalia, che ha approvato i conti 2005, ha poi proposto la distribuzione di un dividendo pari a 0,2 euro per azione con un pay-out pari al 50%: nel 2004 il dividendo distribuito era stato di 0,08 euro.
Capitalia ha poi fatto sapere di aver ricevuto offerte vincolanti di acquisto da potenziali partner industriali per l'acquisizione del 51% di Fineco Assicurazioni a un prezzo di circa 50 milioni di euro. Lo comunica la nota sui risultati del 2005 secondo cui l'operazione dovrebbe concludersi entro il primo trimestre del 2006 e segue le linee guida del piano industriale della banca romana.
L'amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe invita alla calma sulla questione delle fusioni fra banche: al momento, ha detto nella conferenza stampa sui dati del 2005, "non c'è nessun dossier sul tavolo di nessuno" e "fino a pochi mesi fa nessuno parlava di fusioni e integrazioni, oggi sembra che da un momento all'altro debbano essere annunciate".
Arpe ha ribadito che Capitalia "è capace di una crescita organica interna molto importante ed è quindi un attore importante del sistema bancario italiano. Il suo azionariato è stabile ed equilibrato, seguiamo con attenzione lo scenario di consolidamento ma riteniamo che non sia il caso di affrettare le cose".
Arpe è intervenuto anche riguardo ai rapporti di Capitalia con il gruppo Telecom Italia, dicendo che sono "ottimi" sia dal punto di vista istituzionale che personale. Lo ha detto rispondendo a una domanda sulla possibilità che Capitalia acquisti anche una quota di Olimpia: "Non è mai arrivata nessuna richiesta e non penso che mai arriverà. La nostra partecipazione nel gruppo (tramite Pirelli e Camfin, ndr) è stabile e ne siamo soddisfatti". Inoltre, Capitalia è "onorata di avere il gruppo Telecom nella propria clientela".
Sulla partecipazione di Capitalia in Mediobanca, questa rimane nella logica di "difendere l'autonomia" dell'istituto fondato da Enrico Cuccia: Matteo Arpe ha sottolineato che "c'è continuità assoluta in questa nostra politica". Sulla possibilità, per Capitalia e Unicredit, di scendere dall'attuale quota (attorno al 10%) al 7%, previsto dagli accordi del patto, "ad oggi" Arpe non vede imminente questa riduzione. "Non la vedo" ha detto "sarà il management a decidere".