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Fabris, un passo dal mito

Nei 1500 prova la doppietta d'oro

L'Italia del pattinaggio può ancora regalare emozioni con Enrico Fabris che torna in gara sulla pista dell'Oval nei 1500 metri, la distanza a lui più congeniale. Le speranze di bissare l'oro della staffetta ci sono tutte ma lui non si scompone: "Dopo due medaglie vinte mi sento meglio - ha detto - Se arriva la terza va bene, altrimenti pazienza". Con due ori vinti il pattinatore eguaglierebbe i "miti" Tomba e Monti.

Prima di questa Olimpiade passava inosservato tra la gente, riconosciuto solo in Olanda, patria del pattinaggio velocità, Enrico Fabris, dopo la conquista del bronzo nei 5.000 metri, ma soprattutto dopo aver trascinato la staffetta ad un incredibile oro nell'inseguimento, rappresenta l'icona dell'Italia che vince ai Giochi di Torino, eguagliato per successi e colori di medaglie solo dal fondista Pietro Piller Cottrer. Il ragazzo di Asiago ha l'opportunità di fornire un'altro exploit per rendere ancora più cospicuo il suo bottino di medaglie, con la possibilità di conquistare una storica doppietta d'oro nella stessa Olimpiade, impresa riuscita soltanto al bobbista Monti a Grenoble nel 1968 e ed Alberto Tomba a Calgary nel 1988.

Enrico all'ipotesi di una nuova medaglia non si scompone più di tanto: "Dopo due medaglie vinte mi sento meglio - ha dichiarato - Se dovesse arrivare la terza bene, altrimenti pazienza". Non ha paura Fabris di fungere da traino non solo per il pattinaggio, ma per l'intero sistema degli sport invernali italiano: "Non mi dispiace questo ruolo e non provo nè paura nè ansie per le attese", ha commentato sicuro di sè e lo ha ribadito con piacere dicendo che "prima mi chiedevano gli autografi solo quando andavo a gareggiare in Olanda, adesso non posso fare un passo senza che qualcuno mi fermi". Finita la sbornia di notorietà relativa ai successi sin qui conquistati, Fabris è concentratissimo su quella che è la sua gara, quella sulla quale ha puntato prima di venire ai Giochi: "E' vero punto al podio, ma non ho l'ansia della vittoria. I miei avversari sono molto competitivi ma so di poter stare tra i primi tre". Dunque, tra convinzioni e promesse con Enrico Fabris il ghiaccio azzurro può ancora tornare a sognare.