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Mecca Cola, è boom di vendite

Dopo le vignette danesi

Nel mondo islamico continua a divampare l'incendio scatenato dalla pubblicazione delle vignette danesi. Scontri e proteste sono ormai all'ordine del giorno. Ma non solo. I musulmani ai fumetti anti-islam stanno rispondendo anche boicottando i prodotti europei e nord-americani. E così i dirigenti della Mecca Cola, l'alternativa islamica alla Coca Cola occidentale, in meno di un mese hanno visto triplicarsi le vendite della loro bevanda prodotta negli Emirati Arabi.

In realtà la Mecca Cola era stata pensata per i musulmani che vivono in Europa. Loro infatti dovevano essere i principali consumatori del prodotto, nei piani degli inventori della Mecca Cola, lanciata nell'ottobre del 2002. Ma la bevanda aveva avuto solo un certo successo iniziale, soprattutto in Francia. Subito dopo le vendite si erano appiattite fino a quando lo scandalo delle vignette non ha innescato un vero e proprio boom.

Il presidente Taoufik Mathlouthi, nel corso di un convegno alimentare, si è detto stupito dell'exploit che la bevanda ha avuto negli ultimi mesi. "Lo sviluppo è venuto a seguito delle caricature danesi. È pazzesco ma le nostre vendite si sono addirittura triplicate. Un boom che non ci aspettavamo. Tanto che non riusciamo neppure a far fronte a tutta la richiesta che abbiamo", ha detto Mathlouthi.

Il presidente ha poi aggiunto che in Malesia, che è diventato ormai un mercato chiave, nel 2005 sono stati venduti 1 miliardo di litri di Mecca Cola, con una richiesta mensile di circa 500mila lattine. Mentre quest'anno i distributori malesi stanno richiedendo più di un milione e mezzo di lattine al mese. Anche in altri mercati, compreso Algeria, Yemen e Francia, si è registrato lo stesso trend.

L'azienda ora ha lanciato anche una bevanda energetica chiamata Mecca Power con lo slogan: "Get the Halal Power". Dove Halal è la parola araba usata per descrivere gli articoli che l'Islam consente. 

La società produttrice guarda anche verso la Borsa. "Ci stiamo preparando per accedere al mercato azionario di Dubai. Ma occorrerà almeno un anno, ha detto Mathlouthi.