cronaca

L'indignato speciale

Aviaria, allarme non allarmismo

L’influenza aviaria non si prende con gli alimenti, nemmeno se infetti. Il virus infatti a contatto con il ph acido dello stomaco viene disattivato. L’aviaria si prende per via aerea, il virus arriva ai polmoni attraverso le vie respiratorie e da lì incomincia a fare i suoi danni. Attenzione: polli e tacchini acquistati in macelleria o al supermercato sono sicuri, sicurissimi. Nel nostro Paese hanno pure un bollino di garanzia da parte del ministero.

Il pollo si mangia cotto, il virus se mai ci fosse muore a 70 gradi C. Per quel che riguarda le uova è sempre meglio cuocerle. La vecchia usanza di bere l’uovo fresco crudo comporta altri rischi, tipo salmonella o altri diffusi batteri. Fino ad oggi non c’è stata nel mondo intero alcuna segnalazione di un passaggio del virus da uomo a uomo.

C’è pericolo di pandemia? Per questo ci vuole un nuovo virus, che sia in grado di infettare l’uomo e che abbia una rapida diffusione tra gli esseri umani. Ebbene il virus dell’aviaria, detto H5N1 è un virus indubbiamente nuovo, ha fino ad oggi infettato circa 200 uomini uccidendone il 50 per cento, ma non si è diffuso tra uomo e uomo.

Potrebbero passare anni prima che questa evenienza possa verificarsi. Allarme giusto, dunque e giusta la diffusione di notizie sui ritrovamenti di animali morti per il virus, come l’ultimo germano reale trovato nelle acque del lago di Bolsena in Umbria. Allarmismo invece totalmente ingiustificato e pericoloso, soprattutto perché danneggia in modo irreparabile un settore importante della nostra avicoltura.

Andrea Pamparana