In un'intervista a Matrix, il leader fondamentalista sciita al Sadr ha dichiarato: "Gli italiani devono andarsene subito da Nassiriya". "Finché loro occupano la nostra terra", c'è il rischio di nuovi attentati. "Gli italiani - ribadisce - non devono provocare l'esercito del Mahdi altrimenti rischiano un nuovo attacco. Devono rimanere fuori da Nassiriya e Berlusconi non si deve occupare delle nostre questioni interne".
Il leader sciita non perde l'occasione per parlare della satira su Maometto. "Le vignette - dice Moqtada - sono state un insulto terribile, sono la prova dell'odio dell'Occidente nei confronti dell'Islam. Scusarsi non basta più per calmare la nostra rabbia. Gli occupanti stranieri devono lasciare l'Iraq altrimenti subiranno la nostra vendetta!".
"A volere lo scontro di civiltà tra Islam e Occidente sono i miscredenti, gli ebrei, i sionisti e tutti quelli che li appoggiano...", dice, confermando di avere nel mirino soprattutto Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele. Ma anche l'Italia. Ad una risposta specifica, infatti, sottolinea che "gli italiani devono andarsene subito da Nassiriya" e che, finché vi rimarranno, restano a rischio attentati. Nel corso di Matrix si sottolinea che a Damasco, tra i profughi iracheni, i seguaci di Al Sadr sono numerosi e che esiste addirittura un fornito centro di documentazione che distribuisce depliant e dvd con immagini in cui si riprendono le imprese dei guerriglieri di Moqtada a Najaf contro gli americani e quelle nelle battaglie dei ponti di Nassiriya contro gli italiani.
Nel centro dei fedelissimi di Moqtada c'è anche un giovane imam che viene proprio da Nassiriya. Nel 2004, dice Matrix, venne arrestato per qualche giorno con l'accusa di aver guidato la rivolta contro i militari italiani. "La situazione a Nassiriya - dice Hamda Altai - sta diventando sempre più tesa perché dopo la pubblicazione delle vignette tutto il mondo islamico è molto arrabbiato per la posizione dell'Occidente. Il vostro esercito - accusa il giovane imam - non ha mai fatto nulla per la nostra gente, non ha costruito case, né portato acqua o energia elettrica come aveva promesso. Ora la situazione è calma perché sappiamo che se ne vogliono andare, ma se qualcosa cambia siamo pronti a riprendere la nostra Intifada".