"L'Italia è tra i possibili targets dell'offensiva jihadista". E' quanto emerge dall'ultima relazione sulla sicurezza del Cesis. Frutto del lavoro congiunto del Sismi e del Sisde, il documento fa il punto sui rischi che corre il nostro Paese, tra le Olimpiadi ed elezioni: "Minaccia da jihadisti nati in Occidente". Ma il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu rassicura sulle Olimpiadi: "Non ci sono segnali convincenti".
In particolar modo, la percezione di rischio attentati in Italia nella "finestra temporale" tra le olimpiadi invernali di Torino e le elezioni politiche del 9 aprile è molto alta. Sulle Olimpiadi il ministro Pisanu precisa: "Segnali ne arrivano ogni tanto, ma bisogna valutare l'attendibilità. Non mi pare ci sia un contesto che pensi ad atti terroristici".
Ma il Cesis aggiunge: "L'accentuata attenzione per le dinamiche interne dei Paesi minacciati, che ha distinto alcuni proclami antitaliani - rileva l'intelligence - ha prodotto una diffusa percezione di rischio" proprio relativamente questo periodo.
L'attività dei Servizi di informazione italiani e gli scambi con l'intelligence alleata rilevano "profili di rischio per l'Italia" compresa tra "i possibili target dell'offensiva jihadista"."La minaccia terroristica - si legge nel rapporto - resta tuttora connotata dall'ampio ricorso alla tattica suicida soprattutto in danno di soft target. Essa annovera per altro anche una dimensione economico-finanziaria nonché, almeno nelle potenzialità o negli intenti, un versante relativo al cosiddetto cyberterrorismo ed uno concernente il settore non convenzionale, collegato all'impiego di sostanze chimico-biologiche. Tutti profili su cui pure si sono concentrati gli sforzi del comparto informativo tesi a cogliere ogni segnale di rischio per il nostro territorio e i nostri interessi".
Molto pericolosi sono, secondo i servizi segreti, i "jihadisti 'freelance"', cioè "soggetti nati o comunque residenti in Occidente e qui guadagnati alla causa dell'islamismo internazionalista". A tale proposito, l'intelligence italiana ha evidenziato come, in una fase che ha fatto registrare "l'irrompere sulla scena di kamikaze di sesso femminile, pure di origine europea", continua ad essere centrale "il ruolo svolto dal web, dove sono state ospitate riviste jihadiste riservate alle donne".
Non solo Internet. Anche le carceri rappresentano un territorio dove i terroristi possono reclutare le "nuove leve". Secondo la nostra intelligence, "In analogia con quanto va avvenendo in altri Paesi europei tale minaccia è infatti da ricondurre anche a soggetti, operanti al di fuori di sigle accreditate e dei circuiti più noti, che accedono alla variante jihadista in esito a percorsi di radicalizzazione individuali o di gruppi ristretti".
Per quanto riguarda il reclutamento delle nuove leve terroristiche "affidate ad esponenti della nuova o vecchia guardia integralista", appaiono in crescita "i processi di autocoptazione". In Italia il Sisde ha focalizzato il suo interesse "non solo sulle moschee di orientamento salafita - che restano una realtà minoritaria, attraversata da contrasti interni per l'acquisizione della leadership - ma anche verso quegli esercizi commerciali (phone center, macellerie halal, ecc.), sempre più utilizzati per il dibattito e la propaganda ideologica".