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Edilizia scolastica, in 7 anni conclusa meno della metà dei progetti finanziati

Negli ultimi sette anni la manutenzione delle nostre scuole, anche se già finanziata, nella maggior parte dei casi non è stata portata a termine. Il 29% degli edifici necessita di interventi urgenti

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Le scuole italiane sono ancora troppo poco sicure, anche laddove in teoria le cose potrebbero essere messe a posto. Perché, spesso, non è una questione di soldi. Sono i lavori di manutenzione che vanno a rilento. E' quanto evidenziano i dati del rapporto Ecosistema Scuola, giunto alla sua ventesima edizione, con cui Legambiente periodicamente traccia una panoramica sulla condizione degli istituti scolastici e più in generale dello stato di strutture e servizi che questi offrono a studenti e famiglie.

Dal report Ecosistema Scuola 2021 emerge una situazione di sicuro non rosea: basti pensare che in sette anni solo meno della metà dei progetti finanziati per l’edilizia scolastica sono stato concluso. Dal 2014 al 2020 infatti - sottolinea Legambiente - su 6.547 progetti previsti, 4.601 sono stati finanziati ma solo 2.121 portati a termine. Sono numeri che evidenziano le difficoltà degli enti locali nel realizzare gli interventi necessari alle scuole. A ribadirlo anche la differenza tra l’importo stanziato complessivamente e la spesa effettiva: si calcola un importo totale stanziato di 3.359.614.000 euro, con un importo totale finanziato di 2.416.370.000 euro e un importo finanziato dei progetti avviati di 1.415.747.000 euro, con una perdita di circa 1 miliardo di euro per ogni "passaggio".

La fotografia dei nostri edifici scolastici

Ma i dati raccolti da Ecosistema Scuola 2021 fanno riferimento al 2019 e mostrano anche la condizione critica di molte scuole dal punto di vista dell'edilizia: ad esempio, su un campione di 6.156 edifici in 87 comuni capoluogo di provincia, frequentati da circa 1,2 milioni di studenti, risulta che circa il 58% delle scuole non ha certificazioni di base, come ad esempio l’agibilità. Inoltre, ricade in area sismica 1 e 2 (le più a rischio) il 43% delle scuole, di cui però solo poco più del 30% è costruito con criteri antisismici. Più dell’87% degli edifici, poi, è al di sotto la classe energetica C. Tra gli edifici oggetto dell’indagine, ben 145 (in gran parte al Nord) - frequentati da 28.500 studenti - non sono stati bonificati dall’amianto. Il quadro non migliora se consideriamo le strutture di base per lo svolgimento delle normali attività didattiche o per il benessere degli studenti, perché la metà delle scuole non ha impianti per lo sport e solo il 55% circa ha la mensa scolastica.

Tra Nord e Sud differenze e disparità

Rimane un forte divario tra regioni del Nord, del Centro e del Sud Italia, con un contesto maggiormente problematico nel Mezzogiorno e nelle Isole. Se infatti la media nazionale di interventi di manutenzione urgente nelle scuole è del 29,2% con una spesa media per edificio di quasi 71mila euro, questa urgenza viene dichiarata dai capoluoghi del Sud per il 31,5% degli edifici, con una spesa per edificio di circa 41mila euro. Nelle Isole è addirittura il 63% degli edifici ad avere bisogno di interventi urgenti, con la spesa media per edificio per questo tipo di manutenzione che si attesta sui 5.500 euro. La messa in sicurezza degli edifici è la principale emergenza nel meridione, che raggiunge un livello di allarme nelle Isole, dove, nonostante oltre il 63% delle scuole sia in area sismica 1 e 2 (a fronte di una media nazionale di poco più del 40%), solo il 6,3% degli edifici risponde ai criteri della normativa (contro un media nazionale del 30,8%).

Sport e tempo pieno: per molti sono preclusi

Le differenze tra le diverse aree del Paese non mancano anche rispetto agli spazi scolastici. Le strutture per lo sport, ad esempio, al Nord sono presenti nella metà delle scuole, mentre mancano in oltre il 60% delle scuole del Centro, nel 55% circa di quelle del Sud e quasi nel 64% di quelle delle Isole. Giardini e aree verdi sono presenti in più dell’80% delle scuole del Centro-Nord, ma mediamente solo in una scuola su quattro del Sud e delle Isole. Un servizio molto utile e richiesto dalle famiglie, il tempo pieno, evidenzia ulteriori disparità tra le regioni della nostra penisola: viene praticato in quasi una scuola su due secondo il dato nazionale, ma con il 67,8% di scuole con classi a tempo pieno nel centro Italia, quasi il 40% nel Nord, il 9,5% nel Sud e il 18,4% nelle Isole.

Scuolabus, ce ne sono sempre meno

Un discorso a parte merita l'approfondimento sui servizi pubblici a disposizione delle scuole, presente nel Rapporto, il quale mostra come investimenti su servizi essenziali come quelli per il trasporto pubblico scolastico sono stati ridotti di netto: nel 2010 interessava un edificio su tre, mentre nel 2018 la quota si è ridotta al 23%. Manca, allo stesso tempo, lo sviluppo di una mobilità alternativa casa-scuola: poco usato il pedibus (6% delle scuole) o il servizio di bicibus (0,1% e solo al Nord).

Recovery Plan: quasi 7 miliardi per l'edilizia scolastica che rischiano di essere sprecati

Nella pianificazione degli investimenti delle risorse del Recovery Plan esiste una voce per l'edilizia scolastica pari, secondo l'ultima bozza, a 6,8 miliardi di euro. Tuttavia - denuncia Legambiente - queste risorse importanti rischiano di non portare ai risultati sperati a causa di problematiche ormai croniche del nostro sistema: “La consapevolezza dell’importanza di investire in giovani, istruzione ed educazione è ormai condivisa da tutti; stanno arrivando risorse, ma prima di tutto serve un nuovo piano di governance per superare le emergenze e i divari – dichiara Vanessa Pallucchi, vice presidente di Legambiente -. I 6,8 miliardi previsti per l’edilizia scolastica nell’ultima stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vanno letti in un’ottica di priorità di interventi, con la forte attenzione all’individuazione degli ostacoli da rimuovere perché le risorse disponibili diventino miglioramenti effettivi delle nostre scuole e non si perdano nelle inefficienze di percorso. L’edilizia scolastica e i servizi che girano intorno all’ecosistema scuola devono essere ripensati e rilanciati in una dimensione di sostenibilità ambientale e sociale: sono le gambe su cui poggerà la possibilità di successo ed efficacia della transizione ecologica, che ha fra i suoi obiettivi principali il superamento della povertà educativa”.

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