lo studio

Remuzzi (Negri): "Letalità Covid deriva dai Neanderthal"

Dopo gli studi sui gruppi sanguigni, una ricerca prova a dimostrare che la mortalità legata al Coronavirus discende da una variante cromosomica ereditata dai Neanderthal

© -afp

Morire o guarire di Covid. La scienza cerca di spiegare perché la risposta dell'organismo al contagio da Coronavirus dipende dal Dna. E ha origini antichissime. In un intervento su "Riparte l'Italia", Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Mario Negri, spiega: "L'aplotipo di rischio (variante del DNA ndr) non può che essere entrato nel genoma dell'uomo moderno attraverso incroci con l'uomo di Neanderthal".

"Ci sono due regioni nel genoma umano - spiega - che aumenterebbero il rischio di ammalarsi di Covid in modo grave. Una di queste regioni - sul cromosoma 9 - ha a che fare coi gruppi sanguigni".

In studi recenti è stato dimostrato che al gruppo sanguigno A si assocerebbe ad una malattia più severa (più bisogno di ossigeno o addirittura di ventilazione meccanica).

Ma c'è un'altra regione del nostro genoma ancora più interessante che avrebbe a che fare con la suscettibilità al Covid-19: si trova sul cromosoma 3 e ospita sei geni, uno di questi - o più di uno - condiziona le diverse manifestazioni della malattia.

Osserva Remuzzi: "Dopo aver studiato piu' di 3000 pazienti e 900.000 controlli c'è la conferma che il gruppo sanguigno ha un certo ruolo, ma marginale, mentre è proprio la regione sul cromosoma 3 quella associata alla severità della malattia e al rischio di morirne".

A questa conclusione sono arrivati Hugo Zeberg e Svante Pääbo - che lavorano al Max Planck Institute in Germania e al Karolinska Institute a Stoccolma.

"La cosa inaspettata e in un certo senso sensazionale di questa ricerca peraltro appena pubblicata su Nature - scrive Remuzzi - è che delle 13 varianti che costituiscono l'aplotipo di rischio 11 (tutte presenti in forma omozigote, cioè su entrambe le copie del cromosoma 3) sono arrivate alla popolazione moderna dai Neanderthal".

Hugo Zeberg ha raccontato che quando si è accorto che il segmento di DNA di interesse - quello che si associa al Covid più grave - era identico a quello che c'è nella stessa posizione nel genoma di Neanderthal, ha rischiato di cadere dalla sedia.

E che ci fa quell'aplotipo nei Neanderthal? Una volta forse li proteggeva dalle infezioni, adesso però che ci si trova di fronte a un virus nuovo, vien fuori l'altra faccia della medaglia, un eccesso di risposta immune non solo non ci protegge ma ci espone a una malattia più severa. Di sicuro quando i nostri antenati hanno incontrato i Neanderthal non pensavano minimamente che l'accoppiarsi fra loro avrebbe fatto morire noi 50.000 anni dopo!'.

L'aplotipo di rischio non può che essere entrato nel genoma dell'uomo moderno attraverso incroci con l'uomo di Neanderthal.  Questo giustifica anche che lo stesso aplotipo sia frequente in Asia, particolarmente del sud (30%), meno negli europei (8%), ancora meno negli americani considerando nord e sud America insieme (4%) mentre nell`Asia dell`est la frequenza di questo aplotipo è molto bassa.

 

"In Africa - spiega ancora Remuzzi - l'aplotipo di Neanderthal che si associa ai casi più gravi di Covid-19 non c'è affatto e guarda caso COVID-19 in Africa ha fatto morire meno persone che in qualunque altra parte del mondo".  

L'aplotipo di rischio è molto frequente in Bangladesh. Ebbene da uno studio recente del governo inglese viene fuori che chi risiede nel Regno Unito, ma origina dal Bangladesh ha un rischio di morire di Covid doppio rispetto a quello della popolazione. 

 

"Se tutto quello che abbiamo detto fosse vero - chiosa Remuzzi -  si potrebbe persino pensare che da questa regione del nostro DNA dipenda l'evoluzione della pandemia nel mondo. Ammettiamo che i portatori dell'aplotipo che viene da Neanderthal, siano di fatto quelli che sviluppano Covid grave e che muoiono più facilmente: a un certo punto, quel blocco di DNA sparirà per selezione negativa. A quel punto lì Covid-19 non sarà piu' una malattia così grave e la letalità sarà sempre più bassa".

A questo punto si apre una grande prospettiva di ricerca: resta da capire per quale ragione quella porzione di cromosoma 3 che viene da Neanderthal ci espone al rischio di manifestazioni gravi di Covid-19.

Zeberg e Pääbo hanno provato a chiedersi quante potrebbero essere state finora le vittime del cromosoma di Neanderthal. Forse 100.000 al mondo - pensano loro - e potrebbero essere proprio quelli che non si sa perché muoiono: non sono ottantenni o più non hanno le famose malattie associate (diabete, malattie del cuore, malattie respiratorie croniche), insomma sarebbe difficile spiegare perché muoiono se non fosse una predisposizione genetica.

E ancora la presenza di questo aplotipo nei Neanderthal avrà avuto qualcosa a che fare con la loro suscettibilità a contrarre malattie virali o batteriche eventualmente più di quanto non sia successo all`Homo Sapiens? Non abbiamo una risposta nemmeno a questa domanda ma è un'altra ipotesi che apre prospettive di ricerca inimmaginabili fino a qualche mese fa".