"Invocare la condanna della pallavolista Lara Lugli perché in maternità è una violenza contro le donne. La maternità ha un insostituibile valore personale e sociale". Lo scrive su Twitter la presidente del Senato, Elisabetta Casellati sul caso della pallavolista tesserata della Volley Pordenone in B1 e citata per danni dalla sua società perché incinta.
Le reazioni - "Sarà mio dovere presentare un'interrogazione al presidente del Consiglio sull'assurda vicenda della maternità punita di un'atleta, una donna che ha avuto il merito di scoperchiare una realtà consolidata e insopportabilmente arcaica", dichiara la senatrice Pd, Tatjana Rojc (Pd). "Lara Lugli citata per danni dalla sua società per essere rimasta incinta è l'emblema di come la donna nello sport sia ancora vittima di atteggiamenti che hanno radici medievali", dice Daniela Sbrollini, Iv. "E inutile fare post sull'8 marzo se il giorno dopo dobbiamo commentare episodi come questo", dice Simone Valente, dell'M5s, che punta il dito contro lo status dilettantistico delle atlete.
"Una vicenda che fa male, ma che non dovrebbe destare meraviglia, perché rispecchia una situazione vissuta ancora da troppe donne costrette a scegliere tra carriera e maternità". È il commento sul caso Lugli dei consiglieri regionali del gruppo Forza Italia, Mara Piccin, Giuseppe Nicoli, Piero Mauro Zanin e Franco Mattiussi.
"Citata per danni dalla società della volley Pordenone. La colpa della pallavolista Lara Lugli è quella di essere rimasta incinta. Presenterò un'interrogazione. Ecco perché l’8 marzo dicevo che in Italia c'è poco da festeggiare e molto da lottare per la parità". Così su Twitter Laura Boldrini, deputata del Pd.
"Proprio il giorno dopo la Giornata internazionale della Donna, siamo costretti a leggere notizie che ci lasciano esterrefatte. Spiegare che una pallavolista professionista ha causato un danno economico alla squadra perché è rimasta incinta è, per usare termini gentili, vergognoso: calpesta i diritti di una persona, di una donna, della sua famiglia e anche, lo dico senza enfasi, di tutta la nostra società". Lo dichiara l'assessore regionale allo Sport Tiziana Gibelli.
"Da assessore allo Sport, ma soprattutto da donna - aggiunge Gibelli - mi sento di dire una sola parola: vergogna. Vergogna per non aver rispettato un diritto, vergogna per aver svilito ancora una volta la donna, vergogna perché si fa intendere che lo sport sia cosa per uomini, vergogna perché nel 2021 dobbiamo essere ancora qui a commentare episodi del genere. A Lara Lugli va tutta la solidarietà mia e dell'amministrazione regionale: vada dritta per la sua strada, perché questa sarà solo una brutta parentesi nella sua vita di sportiva e di donna. C'è un mondo affettuoso e solidale con lei, nello sport e fuori", conclude.
La vicenda di Lara Lugli "colpisce e mi addolora". Lo ha detto, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, Elena Bonetti, ministro per le Pari Opportunità e per la Famiglia. "C'e nel mondo del lavoro un vecchio retaggio culturale. La maternità va valorizzata e va incentivato il lavoro femminile, è uno dei cardini del family act".
Le reazioni arrivano non solo dal mondo della politica ma anche da quello dello sport:
Pignagnoli: Io mamma calciatrice, sconvolta dalla storia di Lugli - "Leggere la storia di Lara Lugli mi ha sconvolto. Io rispetto a lei sono stata più fortunata. Nel calcio grazie al lavoro dell'AIC e di associazioni come Assist, da un paio d'anni abbiamo un fondo per la maternità e, proprio dopo il mio caso, nei contratti è stato inserito che se resti incinta questo non perde validità". Lo ha detto Alice Pignagnoli, portiere del Cesena di calcio femminile, tornata a giocare ad alti livelli 100 giorni dopo aver dato alla luce la piccola Eva. "Io mi sono trovata nella stessa situazione, ma la mia società mi ha pagato fino all'ultimo centesimo. Sono rientrata solo dopo l'ok dei medici e durante il percorso di rientro sono sempre stata coperta come se fossi infortunata. Non solo - ha aggiunto - la società mi ha messo a disposizione uno staff che mi ha consentito di tornare in campo così presto".
Il caso della pallavolista Lara Lugli ha riportato di attualità le differenze che ci sono ancora nel trattamento tra uomo e donna non solo nel mondo dello sport, ma del lavoro in generale. "Nello sport questa situazione si accentua, perché il nostro corpo è lo strumento che ci serve per lavorare, ma nel mondo del lavoro in Italia c'è ancora la percezione che quando una donna diventa mamma poi non serva più", ha aggiunto la 32enne Pignagnoli.
Il portiere del Cesena ne approfitta per inviare un messaggio alla sua sfortunata collega. "Le dico di lottare per i propri diritti, perché solo lottando ogni giorno insieme possiamo abbattere un piccolo muro e fare qualcosa di importante per le prossime generazioni". Una tappa fondamentale verso la parità di diritti tra atleti uomini e donne sara' l'introduzione del professionismo. "Sarà un passo fondamentale, fa ridere pensare che nel 2021 ci sia ancora questa differenza tra uomini e donne. C'è un grande punto interrogativo, ma finché non lo vedrò nero su bianco non ci credo. Spero che questa sia la volta buona", ha concluso.
Rossi: Incinta citata per danni? Dallo sport non me l'aspettavo - "Meno male che era la festa della donna. Le donne dovrebbero essere festeggiate tutti i giorni in altri modi, non solo l'8 marzo, e queste sono le dimostrazioni. Medioevo? Sì, appunto. Il mio obiettivo è diventare mamma ma vorrei non trovarmi in questi panni". Così Jessica Rossi, oro ai Giochi olimpici di Londra 2012 nel trap femminile di tiro a volo in merito alla vicenda della pallavolista. "Non me l'aspettavo potesse accadere nello sport. Auguro a tutte le donne di fare la propria vita e portare avanti il loro essere donna", ha concluso.
Associazione Pallavolisti: "Vicinanza a Lugli, le cose devono cambiare - "Il pensiero di AIP è noto. Ora basta. Abbiamo tutte e tutti il dovere di cambiare le cose e di prevedere tutele per atlete e atleti. Non possiamo più permetterci che una donna, una mamma, un'atleta non possa sognare di avere una famiglia". Queste sono le parole dalla Vice-presidente di AIP Alessia Lanzini.
Cagnotto: "Vicenda Lugli suscita rabbia, le donne non sono tutelate" - "Questa vicenda mi suscita rabbia e delusione". Lo ha detto a Tania Cagnotto, campionessa di tuffi da poco diventata mamma per la seconda volta. "Il problema è che le donne atlete non sono tutelate come lo sono le donne sul posto di lavoro - ha aggiunto - Non trovo giusto che le abbiano addirittura chiesto i danni. Capisco possa esserci una situazione di disagio, ma non trovo corretto quanto è accaduto".
Basket, Giba: "Solidarietà a Lugli, la maternità è un diritto di tutte le atlete" - "La Giba, giocatori italiani basket associati, è vicina alla giocatrice di pallavolo Lara Lugli, che si e' detta 'ferita profondamente dall'atto di citazione' e alla AIP - Associazione Italiana Pallavolisti, che ne ha sollevato la vicenda nel mondo del volley". E' quanto si legge in una nota della associazione. In merito, il presidente dell'associazione giocatori, l'avvocato Alessandro Marzoli, ha aggiunto: "La tutela delle atlete che vogliono diventare mamme è una battaglia di civiltà sportiva che portiamo avanti da anni, insieme alle altre associazioni degli atleti. Un passo importante è stato il fondo a tutela della maternità approvato nel 2017 in Finanziaria, ma non basta. Il tema, come dimostra la vicenda che coinvolge Lara Lugli, è culturale e c'è ancora molta strada da fare. E noi intendiamo farla, in ogni sede, insieme a tutte le atlete e gli atleti italiani".
Fipav Fvg: "Il diritto di una donna alla maternità è irrinunciabile - "Il diritto di una donna alla maternità è irrinunciabile e non lo si deve mettere in nessun modo in discussione, mai. È un diritto assoluto, che vale sempre e in qualunque contesto, per una donna lavoratrice così come per una donna atleta. Qualsiasi forma di mancanza di tutela della donna e del suo diritto è quindi assolutamente ingiustificabile". È il commento del presidente della Fipav Fvg, Alessandro Michelli, alla vicenda. "Auspico in proposito - aggiunge Michelli - un chiarimento che porti ad una immediata e positiva risoluzione del contenzioso. Parallelamente mi auguro che il tema del 'diritto della donna alla maternità' sia preso in carico sia da parte del legislatore che dell'ordinamento sportivo, affinché quanto accaduto non abbia piu' a ripetersi".