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Pallavolista incinta citata per danni dalla società, "chiamati" Draghi e Malagò

Laura Lugli su Facebook: "Dicono che dopo il mio stop gli sponsor non hanno più assolto i loro impegni". L' Associazione Nazionale Atlete scriverà al presidente del Consiglio e al presidente del Coni. La Volley Pordenone: "Verità ribaltata"

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Laura Lugli, classe 1980, ha denunciato su Facebook quanto le è accaduto: rimane incinta, comunica la gravidanza alla società, il contratto viene rescisso ma dopo due anni la stessa società le manda una citazione per danni perché ha fatto perdere i soldi degli sponsor. Ora Assist (Associazione Nazionale Atlete) annuncia che scriverà al presidente del Consiglio, Mario Draghi e al presidente del Coni Giovanni Malagó. 

I fatti risalgono al campionato 2018/2019, quando Lara era in forze all'Asd Volley Pordenone, campionato di B1, dopo aver firmato il contratto nel luglio 2018. "Rimango incinta il 10 marzo (2019) comunico alla Società il mio stato e si risolve il contratto. L'8 aprile non sono più in stato interessante per un aborto spontaneo", spiega l'atleta in un post sul suo profilo Facebook. Ma, evidentemente, poco importa alla società. "Dicono che dopo il mio stop la posizione in classifica è precipitata e gli sponsor non hanno più assolto i loro impegni". 

Una citazione che arriva come risposta della società al decreto ingiuntivo di Laura nel quale chiedeva il suo ultimo stipendio di febbraio "per il quale - scrive - avevo interamente lavorato e prestato la mia attività senza riserve". Insomma, dopo il danno anche la beffa: niente compenso e una richiesta di risarcimento. 

Ora l'Associazione Nazionale Atlete chiama in causa Mario Draghi e Giovanni Malagó, per chiedere che cosa intendano fare "per mettere fine alla vergognosa situazione per la quale le donne italiane, non avendo di fatto accesso alla legge 91 del 1981 sul professionismo sportivo, vengono esposte a casi clamorosi come quello dell'atleta Lara Lugli".

Una storia che lascia l'amaro in bocca, per chiuderla con le parole di Laura: "Una donna se rimane incinta non può conferire un DANNO a nessuno.  L’unico danno lo abbiamo avuto io e il mio compagno per la nostra perdita e tutto il resto è noia e bassezza d’animo".

La replica della società: "Verità ribaltata" - "La verità ribaltata per cavalcare una storia in cui si calpesterebbe una maternità che noi abbiamo invece all'epoca salutato con grande gioia": sono le parole di Franco Rossato, presidente del Volley Pordenone. "È l'esatto opposto - spiega la società - secondo quanto era scritto nel contratto, che ci è stato proposto dalla persona che rappresentava i suoi interessi, in caso di interruzione anticipata si sarebbero attivate clausole penalizzanti per l'atleta. Di fronte alla maternità ci siamo limitati a interrompere consensualmente il rapporto mantenendoci in costante contatto con la giocatrice anche nel doloroso momento che ha affrontato poche settimane dopo". "Ad un tratto molti mesi dopo - riferisce il presidente - abbiamo ricevuto la comunicazione del suo legale per presunte spettanze. Solo quando ci è arrivata l'ingiunzione di pagamento ci siamo opposti e abbiamo attivato le clausole del contratto". 

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