E' stato sottoposto a fermo il genero della donna trovata morta a Milano nel suo appartamento situato nel quartiere cinese. L'ipotesi nei confronti dell'uomo è quella di omicidio. Secondo alcuni testimoni, nella mattinata di mercoledì, prima della morte della donna, il genero avrebbe avuto con lei una violenta lite. Il sospetto è stato interrogato a lungo dai carabinieri, insieme alla moglie.
Claudia Benedetti, 50 anni, era stata trovata nella mattina di mercoledì nella sua casa. A far imboccare agli inquirenti la pista dell'omicidio sin dai primi momenti sono stati i segni trovati sul corpo della donna: lividi ed ecchimosi diffusi, alcuni recenti altri più datati. Un chiaro segno di maltrattamenti ripetuti e di un contesto di violenza su cui i carabinieri si sono messi subito al lavoro per far luce.
Le testimonianze raccolte dai vicini, inoltre, hanno riferito di comportamenti aggressivi da parte del genero, definito come "un uomo litigioso e attaccabrighe, senza un lavoro fisso". I carabinieri hanno precisato che in passato le forze dell'ordine erano dovute intervenire in quello stesso appartamento per le violente liti che proprio lui aveva scatenato. Claudia Benedetti viveva in modo dimesso, depressa per la morte del marito, e come unici compagni aveva la figlia venticinquenne, casalinga, madre di due bambini piccoli, e il genero di circa 30 anni. E la personalità aggressiva dell'uomo, secondo i primi riscontri dei carabinieri, avrebbe tenuto in soggezione entrambe. Da qui la decisione di interrogare lui e la moglie, sperando che la donna potesse lasciarsi andare a qualche ammissione.
E dopo ore di interrogatorio l'uomo è stato fermato in serata, dopo ore di interrogatorio. I carabinieri del Nucleo Operativo sarebbero stati convinti da una serie di indizi, tra cui il particolare della (ennesima) lite mattuttina segnalata dai vicini. Per capire meglio se si tratti di un'aggressione premeditata o di una morte colposa sarà determinate l'autopsia.