Rischiava di finire in carcere Tod Wallace, il "cacciatore di vip" che nel settembre scorso, per scattare alcune foto a Reese Witherspoon, aveva presumibilmente causato un incidente d'auto che aveva coinvolto la diva. La vicenda ha avuto un epilogo tragico. Il fotografo 44enne è stato infatti trovato morto suo appartamento in una zona residenziale di Los Angeles. Il decesso risalirebbe a fine dicembre. Si tratterebbe di suicidio.
La Witherspoon aveva fatto causa al fotografo, accusandolo di aver provocato volontariamente il sinistro, per fortuna di lieve entità. L'attrice in quel momento si trovava al Disney California Adventure Park, a sud di Los Angeles; era in compagnia di alcuni bambini, nessuno di loro rimase ferito, ma lo spavento - riferì l'attrice - "li ha sconvolti". Visti i precedenti penali del fotografo, Wallace rischiava di essere condannato a una pena detentiva. Il paparazzo non si era presentato alla prima udienza, aggravando così la sua posizione.
Ora la notizia choc che riporta in primo piano il tema dell'accanimento con il quale i professionisti del gossip sono soliti perseguitare attori e vip nella dorata terra di Hollywood. Questa volta, vittima di un fenomeno che rasenta l'esasperazione - e che ha convinto perfino il governatore della California a varare una legge anti paparazzi - è stato lo sfortunato Tod Wallace. Una fine tristissima per lui. Il cadavere dell'uomo è stato scoperto da un amico del fotografo, insospettito dal lungo silenzio di Wallace e, giunto a casa sua, dal nugolo di mosche che si affollava sui vetri dell'abitazione.