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Dall'America arriva Resurrect

L’energy drink del dopo sbornia

di Rossella Ivone

Se il nome esprime l’essenza di un marchio, la bibita Resurrect non poteva scegliere miglior brand name. Questo è infatti già una promessa: quella di fa rinascere chi la prova. E, stando al successo che sta riscuotendo negli Stati Uniti, le sue promesse sembrano mantenute.
L’energy drink nato a San Diego, in pochi mesi è diventato, grazie al suo nome e alle innovative strategie di marketing che lo hanno lanciato, uno dei brand più cool d’America.

Immesso sul mercato come elisir per alleviare i postumi di una sbornia, dal gusto agrumato e piacevole, ha avuto un’eco tale che i giovani ( e non solo!) hanno iniziato a consumarlo anche durante il giorno, come bevanda tonificante.

Formulato con oltre 19 vitamine (dalla B12 alla C, dalla B6 alla B3) ed erbe, tra cui estratto di carciofo e di tarassaco, Resurrect ha proprietà disintossicanti e rigeneranti, che hanno colpito ben presto l’attenzione sia del popolo delle discoteche, reduce da notti brave, che di manager alle prese con stress da super lavoro.

Con un packaging rosso e bianco, che ricorda quello della ben più celebre Coca Cola, la bibita si impone subito all’attenzione anche grazie al suo logo, di forte impatto visivo, una r² (sintesi efficace della brand promise, di essere al contempo elisir anti stress e potente rigenerante) che sta spopolando in tutti gli USA, attraverso magliette, cappelli ed eventi ad hoc nei locali più trendy del momento.

A supportare ancora di più la sua diffusione, oltre al prezzo (4 lattine da mezzo litro costano meno di 8 dollari) l’utilizzo di testimonial molto amati dai ragazzi, arruolati tra i rapper e i deejay più noti, che si sono fatti promotori della bibita e delle sue strabilianti attività disintossicanti, in grado non solo di preservare il fegato dagli effetti nocivi dell’alcol, ma anche da quelli del fumo e dell’inquinamento atmosferico. Da marzo sarà poi in vendita un cd tutto dedicato alla bibita, con musiche mixate ad hoc da una avvenente dj, che già occhieggia maliziosa dalle pagine del sito.

Tuttavia, nonostante il fiorire di pareri favorevoli sulle potenti virtù di Resurrect, una perplessità ci resta: perché dopo averne elogiato le sue proprietà disintossicanti, l’azienda si premura di scrivere sul sito che la bibita è fantastica da miscelare con il proprio liquore preferito, soprattutto con vodka, gin e rum? Che l’America delle mille contraddizioni si ritrovi pure… in una lattina di bibita?