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Francesca Ravasi: "Senza passione non si fa nemmeno la metà di quello che si potrebbe fare"

Giovanissima e grintosa, Francesca Ravasi, HR manager di Tempocasa, si racconta a Tgcom24

Interessata da sempre alle Risorse Umane e appassionata scrittrice, Francesca Ravasi è stata la prima figura HR del gruppo Tempocasa: ecco la sua storia.

Francesca Ravasi, HR manager di Tempocasa

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Francesca, buongiorno. So che facciamo questa chiacchierata in mobilità…
Infatti! Mi sto spostando per lavoro e approfitto per fare questa intervista mentre prendo il metrò per tornare in sede. 

Ho guardato qualche suo video in rete e ho visto che è giovanissima.
Non ho ancora compiuto 30 anni, ma devo dire che se c’è un aggettivo che mi rappresenta è “grintosa”. Oltre a questo, direi che sono appassionata: se non si ha passione non si fa nemmeno la metà di quello che si dovrebbe o potrebbe fare. Queste due caratteristiche hanno connotato la mia vita.

Dunque, molto giovane ma già in una posizione aziendale di grande rilievo.
Diciamo che ho trovato l’azienda giusta nel momento giusto. Tanto per cominciare, io sono sempre stata interessata alle Risorse Umane, indirizzo verso il quale mi sono orientata nei miei studi universitari intrapresi dopo la maturità scientifica. In realtà, la cosa buffa è che proprio al liceo, nei test di orientamento, era emerso come ciò che maggiormente aderiva alle mie attitudini era lo studio della statistica, cosa che mi lasciò perplessa e anche un po’ rattristata. Non volli arrendermi e iniziai a studiare organizzazione delle risorse umane all’Università a Milano per poi perfezionarmi con una laurea magistrale in formazione e sviluppo convincendomi del tutto che quella era la mia strada. Oggi però mi ritrovo a fare analisi dati e statistiche relative alle Risorse Umane dell’azienda e quindi alla fine sono tornata ai numeri. Del resto, in ambiente imprenditoriale si guarda ai risultati, che sono in ultima analisi ciò che conta, senza perdere però di vista le persone!


E’ stato più difficile farsi accettare perché giovane o perché donna?
E’ stato difficile perché donna, perché giovane e perché il ruolo era una novità, in quanto non esisteva prima di me. Sono stata la prima figura HR del gruppo Tempocasa, nel quale mi trovo da circa due anni mezzo; si tratta di una posizione che ho costruito grazie al supporto costante del business e dei servizi dopo che, grazie a una conoscenza, avevo saputo che che stavano cercando proprio una figura come la mia. Dopo qualche mese dall’invio della mia candidatura, fui chiamata dall’HR manager di un’azienda partner e fui scelta. Da lì è cominciata l’avventura, che, non le nascondo, non è stata tutta rose e fiori, soprattutto all’inizio.

Sono stati due anni molto intensi in Tempocasa.
Ammetto che, soprattutto nei primi mesi, ho avuto anche momenti di sconforto: si è trattato di costruire ex novo una Direzione in un gruppo che conta oltre 500 imprenditori su tutto il territorio nazionale. Ho lavorato moltissimo, facendo anche orari pazzeschi. Non sono però la stessa persona di due anni fa: ho imparato a diventare più distaccata e analitica, cosa fondamentale perché altrimenti le giornate "no" rischiano di offuscare quelle "sì". Posso dire che se all’inizio erano gli altri a sostenere me, ora sono spesso io a tranquillizzare e dare prospettive diverse gli altri: un bel cambio.

Tempo libero: ne ha un pochino?
Purtroppo, il tempo a mia disposizione non è moltissimo ma riesco comunque a ritagliarmi degli spazi per dedicarmi ai miei hobby e alle mie passioni, anche se non come prima. Amo la scrittura creativa e scrivo racconti partecipando anche a qualche concorso, qualcuno vincendolo anche. Inoltre, pratico kickboxing, fino all'anno scorso a livello agonistico: prima di tuffarmi a capofitto nel lavoro, mi allenavo anche cinque volte a settimana per combattimenti a contatto pieno, ove non ci si risparmia e che finiscono con il KO. Tuttavia, è veramente difficile conciliare trasferte e lavoro con la preparazione delle gare e quindi al momento, tenuto conto anche delle chiusure per il Covid-19, mi sono ritirata dal gruppo agonisti senza però rinunciare all'allenamento, che oggi faccio in casa. Un aspetto che credo sia fondamentale in questo sport è la connessione tra corpo e mente, utilissima anche nel lavoro.
 
 

Progetti per il futuro?
Il mio obiettivo è quello di consolidare il mio ruolo trovando il mio alter ego, qualcuno che possa anche sostituirmi quando non ci sono e ho la necessità di staccarmi. In questi due anni ho costruito un team che al momento conta 15 persone, ma siamo ancora una start up: dobbiamo studiare piani di carriera per la crescita nostra e del gruppo tenendo conto che Tempocasa è di fatto una rete di imprenditori. Puntiamo a crescere non solo in quantità, ma anche in qualità. Siamo ambiziosi e vogliamo crescere insieme all'azienda dando un supporto non solo pratico, ma soprattutto strategico. 
 
 

Qualcosa di personale che vuole condividere coi nostri lettori?

Il prossimo passo sarà uscire di casa, spero entro fine anno, mentre il mio sogno nel cassetto è scrivere una sceneggiatura: chissà se ce la farò…

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