politica

Prodi:"Non temo confronto tv"

"Nel '96 Bertinotti sbagliò"

"Il mio governo finì male perché Bertinotti fece uno sbaglio storico". Così Romano Prodi è tornato a parlare dell'esperienza di governo del '96 che terminò a causa del leader del Prc e ha sottolineato che Bertinotti "non era parte del governo, aveva fatto un accordo esterno". Il leader dell'Unione, da Porta a porta, rilancia il suo programma e sfida il premier: "Con le giuste regole non temo il confronto tv nè con lui, nè con gli altri".

Romano Prodi rilancia. E' pronto a sfidare in televisione non solo Silvio Berlusconi, ma anche Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. Con regole ferree e certe, come nei duelli del '94. Questa la risposta del Professore a chi lo accusa di aver paura, a chi gli rimprovera troppa timidezza. Ospite di 'Porta a porta', il leader del centrosinistra ribadisce di essere certo della vittoria e lancia una proposta forte per le imprese: l'Unione al governo abbasserà le tasse sul lavoro di cinque punti in un anno.

"Visto che la Cdl si presenta come tridente, con Berlusconi, Fini e Casini, mentre io sono stato indicato premier con le primarie, se c'e' un dibattito voglio insieme tutti e tre. Si mettessero d'accordo". Disponibilissimo, dunque, al confronto con il presidente del Consiglio, ma solo a condizione che si accettino le regole che lo stesso Cavaliere chiese nel '94. Berlusconi, ricorda Prodi, chiese "un vigile sopra le parti e un orologio, e che ciascuno dei contendenti potesse esprimere il proprio pensiero compiutamente". Ecco, osserva il Professore, "sottoscrivo in pieno, con queste regole il confronto si può fare". Il leader del centrosinistra si mostra sicuro, molto sicuro, e fin dalla mattina risponde cosi' ai sondaggi e al "sorpasso" sventolati da Berlusconi: "Sappiamo, e i sondaggi lo dimostrano, che questa maggioranza e' gia' minoranza nel Paese". Il 9 aprile, insiste, gli italiani diranno basta a questa destra, a questo premier "che cerca di non pagare il conto del suo malgoverno".

Un malgoverno che ha portato l'Italia in una "situazione impressionante, con la gente che non arriva alla fine del mese". Quindi scatta il richiamo al centrosinistra, a partiti un po' troppo rissosi, perche' la campagna elettorale sara' "una battaglia all'ultimo respiro e noi vinceremo solo con l'unita', con lo spirito di squadra, mentre le differenze, se vengono esaltate in quanto tali, diventano una debolezza". Allora, di fronte a un premier che aggredisce e invade le Tv ("non lo seguiro', se lui vende tappeti perche' lo dovrei fare anche io?"), di fronte a "un governo e a una maggioranza che hanno fatto come se la Costituzione non esistesse", il centrosinistra risponde con il programma, con le proposte.

La piu' forte, e anche la piu' nuova, arriva dal salotto di Bruno Vespa, e riguarda le tasse sul lavoro: "Realisticamente potremo ridurre il cuneo fiscale di parecchi punti, abbiamo preparato un piano che va oltre i cinque punti in un anno. Una cosa che si puo' fare ma dobbiamo vedere come ci vengono lasciati i conti dal governo". Insomma, il Professore si mostra ottimista, rivendica il grande percorso fatto con il programma (257 pagine), mentre la Cdl ancora non ce l'ha, sottolinea che il lavoro e' quasi terminato ed e' pronto quasi nella sua totalita', assicurando cosi' coloro che pensano che il centrosinistra non riuscira' a governare perche' e' una coalizione troppo eterogenea, perche' Mastella e Bertinotti sono inconciliabili: "Non e' un problema, abbiamo un programma condiviso e Bertinotti lo rispettera"'.