Quello all'ambasciata italiana e al comando della forza internazionale Nato (Isaf) a Kabul non è stato, com'era sembrato inizialmente, un vero attacco, ma il lancio di pietre durante una manifestazione che è passata accanto al comando. Lo ha chiarito al Tgcom il maggiore Carlo Salsotto, del contingente Isaf in Afghanistan: "La polizia ha sparato colpi in aria per disperdere i dimostranti e questo può aver ingenerato l'equivoco".
"Non c'è stato nessun attacco - ha aggiunto il maggiore Salsotto - ma solo una manifestazione di protesta che è passata accanto al comando. C'è stato un lancio di sassi con la rottura di un vetro. I militari italiani non hanno corso alcun pericolo". Qualche finestra infranta, alcuni momenti di tensione e nessun militare ferito, dunque, così come a Herat, dove si è conclusa senza danni rilevanti la protesta organizzata davanti a Camp Vianini, la base del contingente italiano nell'omonima provincia dell'Afghanistan. I manifestanti, poco più di 300 secondo quanto riferito da fonti dell'Ufficio Pubblica Informazione del contingente italiano, si sono sono dileguati dopo l'intervento della forza di reazione rapida spagnola, giunta a sostegno degli italiani dalla Forward Support Base.
I manifestanti si erano radunati davanti la base italiana per protestare contro la pubblicazione in Europa di vignette ritenute oltraggiose nei confronti del profeta Maometto. "Il momento di maggiore tensione si è verificato quando hanno cominciato a lanciare pietre contro la base", ha detto la fonte. "Un edificio, ripetutamente colpito, è stato danneggiato. C'è stata la rottuta di qualche vetro ma nulla di più". Al momento non è chiaro se i manifestanti siano ancora impegnati in un corteo di protesta in centro città. "Siamo in attesa di notizie in proposito", ha commentato la fonte, precisando che a Camp Viani "la situazione è tornata sotto controllo".