La pandemia ha pesanti effetti sull'imprenditoria femminile. A fine 2020 si è registrato un calo delle imprese guidate da donne, per un totale di 4mila attività in meno rispetto al 2019. E' un dato dell'Ufficio Studi Confesercenti in occasione della Festa della Donna. Per l'imprenditoria femminile, finora cresciuta più di quella maschile, è la peggior battuta d'arresto in 6 anni, dopo una crescita costante dal 2014.
I dati di fine 2020, come emerge dalle elaborazioni, mostrano che la gestione dell'emergenza sanitaria ha prodotto una battuta d'arresto soprattutto sulle imprenditrici giovani: le aziende guidate da donne di meno di 35 anni di età hanno ridotto lievemente il proprio peso sulla componente imprenditoriale femminile. Le attuali 154mila attività di giovani donne sono l'11,52% del totale, mentre nel 2019 erano il 12,02%.
Sono soprattutto le regioni del Centro che vedono ridurre la partecipazione femminile al mondo dell'impresa, evidenzia l'analisi: oltre 2.400 le attività in meno nel 2020 rispetto al 2019, con una diminuzione dello 0,81%. Nel Nord Est le imprese guidate da donne calano di quasi 1.500 unità (-0,63%), mentre il Nord Ovest registra poco più di 1.200 imprese femminili in meno rispetto all'anno precedente (-0,39%). Positivi invece i dati del Mezzogiorno: quasi 1.300 le imprese in più, pari al +0,26%.
E' evidente come le difficoltà poste da lockdown e restrizioni nella dimensione familiare si siano scaricate principalmente sulle donne. Molte imprenditrici, in assenza di una rete di welfare che permetta loro di conciliare vita familiare e lavoro, si sono fermate.