Ancora problemi per il processo all'ex raìs Saddam Hussein, in corso davanti ad un tribunale speciale a Baghdad. Per la seconda volta in due giorni Saddam non si è infatti presentato in aula, disertando l'udienza per protestare per la scelta del nuovo presidente del tribunale, ritenuto dall'ex dittatore non imparziale come dovrebbe. Il processo è stato aggiornato al 13 febbraio.
Alla fine dell' udienza di oggi, la decima, il capo del collegio di difesa di Saddam, Khalil Al Dulaimi - che nell' udienza di domenica scorsa aveva abbandonato per protesta l'aula, insieme con tutti i colleghi e parte degli imputati, Saddam compreso - ha chiesto che il pubblico ministero, Al Musawi ed un suo collaboratore si dimettano perché a suo avviso, sono incapaci.
Saddam, che assieme a sette ex gerarchi del suo deposto regime viene processato per la strage di 148 sciiti consumata nei primi anni '80, ha fatto sapere che non intende tornare al banco degli imputati fino a quando il giudice che presiede il procedimento, il curdo Rauf Abdel Rahman, non rinuncerà all'incarico. Il giudice Rahman dal canto suo ha mostrato di voler andare avanti anche senza la presenza degli imputati nell'aula.
L'udienza di mercoledì era stata caratterizzata dalla testimonianza di due donne che avevao raccontato di come Barzan Ibrahim Hassan al-Tikriti, il fratellastro di Saddam Hussein (che insieme all'ex dittatore iracheno è tra gli otto co-imputati processati per crimini contro l'umanità), non soltanto partecipò a interrogatori degli oppositori o presunti tali, ma dirigeva in prima persona le torture cui molti tra essi erano sistematicamente sottoposti: specialmente se si trattava di donne, alle sevizie sulle quali sovrintendeva dall'inizio alla fine, a cominciare da quando le malcapitate erano costrette a spogliarsi.
Le testimoni, due abitanti del villaggio sciita di Dujail dove nell'82 furono massacrati centinaia di civili in seguito a un fallito attentato al rais hanno anche raccontato che chi sopravvisse a quel massacro fu arrestato, e così appunto avvenne alle due donne. "Barzan vigilò personalmente sul mio spogliarello forzato", ha denunciato una di loro davanti ai giudici, "poi mi prese per tre volte a calci sul petto nudo. Avverto il dolore ancora adesso, e per molti anni non sono più stata in grado di respirare normalmente".