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Recovery Plan, Draghi affida la consulenza a McKinsey? Mef: "Società americana non è coinvolta nella definizione dei progetti"

Il caso, lanciato da indiscrezioni di stampa, ha scatenato le reazioni del mondo politico. Boccia: "Grave, se vero"

LaPresse

Il Mef replica alla indiscrezioni secondo cui il governo Draghi avrebbe affidato alla società americana McKinsey la consulenza per mettere a punto il Recovery Plan per l'utilizzo dei fondi europei. "La governance del Pnrr è in capo alle amministrazioni competenti e alle strutture del Mef che si avvalgono di personale interno degli uffici. McKinsey non è coinvolta nella definizione dei progetti", afferma il dicastero di via XX settembre. 

"In particolare, l'attività di supporto richiesta a McKinsey riguarda l'elaborazione di uno studio sui piani nazionali 'Next Generation' già predisposti dagli altri Paesi dell'Unione Europea e un supporto tecnico-operativo di project-management per il monitoraggio dei diversi filoni di lavoro per la finalizzazione del Piano - spiega il Mef -. Il contratto con McKinsey ha un valore di 25mila euro +Iva ed è stato affidato ai sensi dell'articolo 36, comma 2, del Codice degli appalti, ovvero dei cosiddetti contratti diretti 'sotto soglia'. Le informazioni relative al contratto saranno rese pubbliche, come avviene per tutti gli altri contratti del genere, nel rispetto della normativa sulla trasparenza".

Il caso ha scatenato le reazioni del mondo politico. "Se le notizie uscite oggi fossero vere, sarebbe abbastanza grave", ha affermato l'ex ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia.

Calenda: "Non vedo alcun problema" Il leader di Azione ha scritto su Twitter: "I consulenti McKinsey o altro, si usano per scrivere piani strategici straordinari. Quando hai bisogno di elaborazioni veloci e verifica di fattibilità su progetti. Ma se la guida rimane saldamente nelle mani dei ministri non vedo alcun problema, anzi. No polemiche inutili".

Fratoianni: "Conte silurato per le task force e ora..?" "Rilancio e faccio mie le domande poste da Fabrizio Barca. Cosa sta succedendo a Palazzo Chigi? E' vero che ad occuparsi del Recovery Plan sono dei tecnici esterni di una società di consulenza chiamati in gran segreto, come scrive il direttore di Radio Popolare Alessandro Gilioli? Con quale mandato? Sulla base di quale decisione?". Lo ha affermato il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "Visto che il precedente governo è stato 'lapidato' sulla governance che espropriava il Parlamento, la cosa sarebbe piuttosto grave. Oltre che grottesca. Intanto, in attesa che qualcuno risponda alle domande poste da Barca, - ha concluso Fratoianni - presenterò una interrogazione parlamentare".

Fassina: "Così non va" "Il governo Draghi chiama McKinsey per la scrittura del Recovery Plan: i tecnici dei tecnici. No, così proprio non va. Così, si umiliano le competenze delle pubbliche amministrazioni e si allontana l'accountability politica. Il Parlamento deve intervenire", ha commentato via social network Stefano Fassina, deputato LeU.

Anche FdI presenterà un'interrogazione parlamentare "McKinsey, una società straniera, ottiene una consulenza a pagamento per l'analisi di impatto: il governo dei migliori chiamato per scrivere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza fa peggio di Conte e affida valutazioni chiave a tecnici senza responsabilità - ha evidenziato il deputato di Fratelli d'Italia Federico Mollicone -, il Parlamento deve essere centrale nella riscrittura del Pnrr, con più fondi per l'innovazione, la cultura, lo sport, l'editoria". "E' un esproprio di sovranità nazionale affidarsi a una società straniera. Presenteró un'interrogazione per chiedere chiarezza sulla governance e sull'attribuzione di questa consulenza a McKinsey", ha aggiunto Mollicone. "E' possibile che con tutti i ministri, viceministri, sottosegretari, capi dipartimento, capi uffici legislativi, task force, dirigenti, tecnici e funzionari dello Stato che abbiamo, il Governo Draghi debba affidare la stesura del Recovery Plan ad una società privata di consulenza?", ha chiosato la leader Giorgia Meloni.

Governo, Draghi completa la squadra: nominati i 39 sottosegretari

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Franco Gabrielli (Sicurezza della Repubblica)
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Deborah Bergamini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio
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Simona Malpezzi (Rapporti con il Parlamento)
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Vincenzo Amendola (Affari europei)
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Giuseppe Moles (Informazione ed Editoria)
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Bruno Tabacci (Coordinamento della politica economica)
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Marina Sereni (viceministro degli Esteri)
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Manlio Di Stefano (Esteri)
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Benedetto Della Vedova (sottosegretario agli Esteri)
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Ivan Scalfarotto (sottosegretario all'Interno)
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Carlo Sibilia (sottosegretario all'Interno)
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Francesco Paolo Sisto (Giustizia)
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Giorgio Mulé (Difesa)
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Laura Castelli (viceministro all'Economia)
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Cecilia Guerra (Economia)
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Alessandra Todde (viceministro allo Sviluppo economico)
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Anna Ascani (Sviluppo economico)
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Gian Marco Centinaio (Politiche agricole alimentari e forestali)
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Vannia Gava (Transizione ecologica)
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Teresa Bellanova (viceministro alle Infrastrutture e Trasporti)
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Giancarlo Cancellieri (Infrastrutture e Trasporti)
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Lucia Borgonzoni (Beni e attività culturali)
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Pierpaolo Sileri (Salute)

Su Twitter il prof di Scienza delle Finanze dell'Università di Siena Massimo D'Antoni ha ricordato: "Draghi il Recovery Plan 'se lo scrive personalmente'? No, leggiamo che il Mef si affida a McKinsey. E se la cosa sorprende, leggete il rapporto della Corte dei conti del 2012 sul ruolo delle società di consulenza nelle privatizzazioni quando Draghi era direttore del Tesoro".

McKinsey travolta dallo scandalo sugli oppiacei Intanto negli Usa McKinsey, la potente società di consulenza aziendale che ha risolto le crisi di tante società,  è oggi protagonista di una crisi senza precedenti. Con il voto di oltre 600 partner McKinsey ha deciso di silurare il numero uno Kevin Sneader per il suo ruolo nell'alimentare l'epidemia di dipendenze da oppiacei negli Usa, che ha costretto la società a una costosa composizione delle vertenze con 49 Stati americani: un risarcimento da 600 milioni di dollari per aver consigliato strategie di vendita di farmaci antidolorifici a base di oppiacei a Purdue Pharma, il gruppo che ha dato origine all'ondata di dipendenza che ha causato la morte di quasi mezzo milione di americani. Un risarcimento molto inusuale in un comparto, quello delle società di consulenza, che tende a non assumersi responsabilità. 

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