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Videogiochi: ecco le due sviluppatrici gemelle che valgono oltre 600 milioni di euro

Le sorelle giapponesi sono diventate multimilionarie dopo aver lanciato Coly, la società di videogiochi che si rivolge principalmente al pubblico femminile

Il mondo dei videogiochi è un luogo inclusivo e aperto a tutti. Nonostante questo, però, la componente maschile ha ancora la sua predominanza su quella femminile, che spesso diventa vittima di discriminazioni e denunce. In Giappone le due sorelle gemelle Anna e Mizuki Nakajima, fondatrici della società di sviluppo Coly, sono riuscite a creare un mercato multimilionario producendo una serie di videogiochi orientati principalmente al pubblico femminile.

L'azienda, formata per quasi tre quarti dei suoi duecento dipendenti da donne e che valeva già circa più di 15 miliardi di yen (circa 116 milioni di euro) quando è stata lanciata, produce giochi basati su anime rivolti alle giocatrici. Il genere particolare su cui si basano i videogame si chiama infatti otome, appellativo giapponese per "fanciulla".

I giochi di Coly, che includono prodotti per dispositivi mobile come Stand My Heroes e Promise of Wizard, possono essere scaricati gratuitamente, ma i giocatori possono acquistarne liberamente espansioni e contenuti aggiuntivi in cambio di denaro reale. La società afferma che la dimensione del mercato giapponese per i giochi creati appositamente per le donne è cresciuta da 70 a 80 miliardi di yen (circa 619 milioni di euro) dal 2019 al 2020.

"Meno del 5% delle società di software giapponesi guidate da donne: l'industria è infatti un club per ragazzi e la storia delle gemelle Nakajima costituisce una preziosa eccezione”, ha affermato Serkan Toto, analista per Kantan Games, società di consulenza giapponese per i videogiochi. "Le gemelle Nakajima hanno fatto un lavoro eccezionale nel ridimensionare la loro azienda così velocemente in un settore così iper-competitivo", continua Toto.

Gli esperti di business affermano che non è ancora facile trovare la propria strada come donna nel mondo degli affari giapponese, dovendo superare sfide che gli uomini non avrebbero affrontato nella stessa situazione. Ma l’esperienza delle due sorelle Nakajima può essere un ottimo punto di partenza per allargare questo settore anche nei contesti di altri paesi del mondo.

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