LE ICONE DEI VIDEOGIOCHI

Lara Croft, l’archeologa più amata dei videogames

Diversi passati, diversi sviluppatori e diversi remake: non c’è mai stata pace per una delle eroine più celebri dei videogiochi

© IGN

Immaginatevi, in un qualche momento non meglio definito prima del 1996, di trovarvi negli studi di Core Design, nel Regno Unito. Tutti sono al lavoro su una nuova saga da lanciare su Sega Saturn. Toby Gard, artista principale del progetto, si sta scervellando per creare il design del protagonista: il primo bozzetto mostra un archeologo con frusta e cappello. Un’idea un po’... già vista. Gard lo sa, cestina il lavoro e cambia del tutto le carte in tavola; con quel gesto ha iniziato a prendere forma un personaggio ormai più che celebre nel mondo dei videogiochi: Lara Croft, storica protagonista di Tomb Raider.

La scelta di inserire un protagonista femminile, allora molto più di adesso, era a dir poco controcorrente. Gard voleva andare controcorrente rispetto alla rappresentazione comune delle donne nei videogiochi: le principali fonti di ispirazione sono due, ben diverse tra loro. Da una parte la cantante svedese Neneh Cherry, dall’altra Rebecca Buck, protagonista del fumetto Tank Girl. Il risultato è stato capace di fare, in un modo e nell’altro, la storia.

Lara è una protagonista forte, indipendente, capace di azioni straordinarie. Su questo non c’è alcun dubbio. Allo stesso tempo però la sua rappresentazione originale è stata spesso oggetto di critiche a causa dell’eccessiva sessualizzazione del personaggio – non è un caso se Lara è indicata spesso come primo sex symbol videoludico (ma sul fatto che fosse la prima ci riserviamo il beneficio del dubbio). Rhianna Pratchett, responsabile dell’ultimo reboot della serie, non a caso definì il design originale "pensato per il pubblico maschile".

Lara Croft ha vissuto molte vite diverse, sia dal punto di vista della storia, sia da quello delle case di sviluppo che si sono alternate al timone. Nella sua prima versione, quella elaborata negli studi di Derby di Core Design, è una ragazza di origini nobili, figlia del Lord Henshingly Croft. Precipita assieme a un aereo dell'Himalaya quando ha appena 21 anni ma riesce a sopravvivere per due settimane sulla gelida montagna – non proprio una figlia di papà buona a nulla, ecco.

Quando la serie va incontro a un primo nuovo inizio, passando nelle mani di Crystal Dynamics, Lara rimane la figlia di un lord, ma il disastro aereo viene spostato indietro nel tempo: la ragazza ha appena 9 anni e viaggia assieme alla madre Amelia, che a seguito di una disavventura con manufatto di un tempio nepalese scompare nel nulla – e suo padre, partito poi alla ricerca della donna, farà la stessa fine.

Nell’ultimo reboot della saga (sempre opera di Crystal Dynamics, fatta eccezione per il più recente capitolo, affidato a Eidos Montréal) la storia è cambiata ulteriormente: niente più disastro aereo, tanto per cominciare. Madre e padre sono una coppia di archeologi e la donna scompare durante una di queste; il padre di Lara è segnato profondamente dalla perdita e quando, anni dopo, viene ritrovato privo di vita, tutti pensano a un suicidio.

Pur con alle spalle una fortuna ereditata, la giovane Croft decide di frequentare un’università meno altolocata rispetto alla ben più blasonata Cambridge, arrivando comunque in seguito ad affrontare tutti quei misteri (e, talvolta, quegli orrori) che avevano già reso famosa la serie nel corso degli anni precedenti.

La saga di Tomb Raider conta ormai ben diciassette capitoli e tredici spin-off, sparsi negli ultimi quindici anni: da Saturn a Stadia, l’archeologa ha toccato pressoché ogni console maggiore di ogni generazione, dal suo debutto in poi. La sua fortuna è stata tale da ritrovarsi, all’inizio del nuovo millennio, sul grande schermo: a vestire per prima i panni dell’erede della famiglia Croft è stata Angelina Jolie. A lei è seguita poi, nel reboot del 2018, Alicia Vikander – e potrebbe pure scapparci un seguito.

E non è tutto: alla saga si è ispirata, nel 2007, la serie animata Revisioned: Tomb Raider, mentre Netflix ha annunciato quest’anno che un anime dedicato all’archeologa più famosa del mondo dei videogiochi è attualmente in fase di produzione!