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Brescia, studenti non partecipano attivamente in Dad e il preside li fa andare a scuola: arrivano i carabinieri

I ragazzi sono stati fatti tornare a casa con i genitori, segnalati al tribunale dei minori perché avrebbero dovuto sorvegliare i figli

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Dieci ragazzi non partecipavano attivamente durante la didattica a distanza così il preside di una scuola media nel Bresciano, che dovrebbe essere chiusa perché in zona arancione rafforzato, ha chiesto loro di recarsi in classe. Venerdì 26 febbraio, all'istituto si sono presentati i carabinieri: a scuola erano presenti troppi alunni. I ragazzi sono stati quindi fatti tornare a casa con i genitori, segnalati al tribunale dei minori perché avrebbero dovuto sorvegliare i figli.

Quando i militari hanno chiesto al preside quale fosse la situazione, a scuola erano presenti una quindicina di studenti: alcuni affetti da disabilità, come permettono le norme, l'altra decina perché con la Dad non partecipavano attivamente, come ammesso dallo stesso preside della scuola media di Casto, piccolo paese in provincia di Brescia.

"Non tutti gli alunni presenti avevano disabilità riconosciute, ma alcuni venivano fatti affluire semplicemente perché da casa non partecipavano attivamente e quindi si era optato per farli presenziare al fine di tenerli maggiormente sotto controllo" è stato scritto sul verbale dalle forze dell'ordine.

La legge, però, prevede che in zona arancione rafforzato, come è ora tutta la provincia di Brescia, e in zona rossa possano essere fatte lezioni in presenze solo per alunni disabili e per chi non ha connessione Internet. I dieci sono stati quindi fatti tornare a casa.

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