MESSAGGIO DAL LETTO D'OSPEDALE

Il dog sitter di Lady Gaga rompe il silenzio dopo l'agguato: "Sono ancora ricoverato, ho rischiato di morire"

Il messaggio social di Ryan Fischer dal letto d'ospedale in cui si trova ancora

Con un lunghissimo messaggio, Ryan Fischer, dog sitter di Lady Gaga, ha raccontato dal suo profilo Instagram quanto accaduto una settimana fa a Los Angeles. Il ragazzo è stato vittima di un agguato potenzialmente mortale che ha portato al rapimento di Koji e Gustav, i due bulldog francesi della popstar. "E’ stata una chiamata molto ravvicinata con la morte" spiega nei post, accompagnati da alcuni scatti che lo ritraggono ancora convalescente in un letto d’ospedale.

"Sono ancora ricoverato. Mi sono trattenuto, più o meno fino a ora, dal raccontare quanto successo mentre la storia montava nei media. Ne scriverò più in là ma la gratitudine per tutto l'amore che ho sentito da ogni parte di questo pianeta è immenso e intenso", ha scritto il dog sitter. 

Fischer è stato colpito da diversi proiettili esplosi da due uomini scesi da una Nissan bianca mentre portava a spasso i tre cani di Lady Gaga a West Hollywood, in una strada vicina al noto Sunset Boulevard. Due degli animali sono stati rapiti e poi ritrovati, restituiti da una donna a una stazione di polizia. Il ragazzo nel post su Instagram ha ringraziato Lady Gaga per il suo supporto: "I tuoi bambini sono tornati, la famiglia è al completo" e ha proseguito: "Ma il tuo supporto in quanto amica, nonostante la traumatica sparizione dei tuoi bimbi, è stato incrollabile. Ti voglio bene e ti ringrazio". La cantante era rimasta fortemente impressionata dal coraggio del suo collaboratore (definito "un eroe per sempre") che aveva tentato di difendere i cagnolini dai malviventi: una scena ripresa da una telecamera di sicurezza presente sul luogo dell'aggressione.

Dal letto d'ospedale, Fisher ha scritto poi: "Non vedo l’ora di rincontrare i cani" e si è dilungato nel racconto degli attimi successivi alla colluttazione, quando si è ritrovato insieme ad Asia, il terzo cane, sfuggito al rapimento: "Guardandola, le mie urla si sono placate, anche se mi rendevo conto che il sangue che la circondava era il mio. L’ho cullata come meglio potevo, l’ho ringraziata per le incredibili avventure vissute insieme, mi sono scusato per non aver difeso i suoi fratelli e ho deciso che avrei fatto di tutto per salvare lei e me stesso".

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