nella periferia Sud della Capitale

Roma, 16enne morto in un parco di Acilia, la madre: "Fuggiva da un uomo con una mazza di ferro"

A causare il decesso potrebbe essere stato un arresto cardiaco fulminante, ma a dirlo con certezza sarà l'autopsia. La polizia ha rintracciato e fermato il 44enne che lo inseguiva

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Un 16enne è morto il 26 febbraio al Parco della Madonnetta, ad Acilia, nella periferia sud di Roma, dove era andato con gli amici. Nonostante i tentativi di rianimazione del 118, per lui non c'è stato nulla da fare. A causare il decesso potrebbe essere stato un arresto cardiaco fulminante. Secondo la mamma, Daniela Salustri, dietro la tragedia c'è la fuga del ragazzo da un uomo. La polizia ha fermato un 44enne accusato di morte come conseguenza di altro reato.

Denunciato un senzatetto Sarebbe stato lui nei giorni scorsi a rincorrere con una mazza di ferro un gruppo di ragazzini nel parco della Madonnetta. Una corsa durante la quale uno dei ragazzini, il 16enne, ha accusato un malore ed è morto. Si tratta di un senza fissa dimora romeno che vive nel parco. L'uomo avrebbe raccontato agli agenti che quei ragazzi spesso gli davano fastidio così li avrebbe rincorsi con una mazza di ferro senza però toccarli. E' stato denunciato con l'accusa di morte come conseguenza di altro reato. La mazza è stata sequestrata.

Il racconto della madre del 16enne "Mio figlio non stava giocando al parco con gli amici - ha detto la mamma a La Repubblica -. Stava scappando da un uomo che li inseguiva con un'a mazza". Per la donna, l'uomo in questione abita in un ex centro sportivo, ora in rovina, che si trova nel parco. Secondo il racconto della mamma e degli amici del ragazzo, sarebbe sbucato dalla struttura fatiscente armato di un accetta per poi rincorrere i giovani per circa 500 metri, fino al marciapiede fuori dal parco. Riccardo, questo il nome del 16enne, si sarebbe dunque accasciato mentre fuggiva. "I suoi amici mi hanno subito telefonato - spiega Daniela - mi hanno detto che era caduto e sembrava che non respirasse".

"Quando sono arrivata - continua - c'era già l'ambulanza, ma per Riccardo non c'era più niente da fare. Dopo, mi sono fatta forza. Sono andata lì. Ho trovato all'interno tre uomini, ubriachi. Ho chiesto loro chi avesse rincorso mio figlio. Uno si è fatto da parte, mentre gli altri mi dicevano che gli dispiaceva per lui. Poi, uno di loro ha alzato la voce: "Questa è casa nostra, il bambino è morto in mezzo alla strada, mica qua dentro". E conclude: "Farò di tutto perché quell'edificio venga buttato giù. Non può esserci un luogo del genere nel mezzo di un parco cittadino".