Zakia Seddiki non si dà pace. Quattro giorni dopo l'attacco in Congo in cui è stato ucciso suo marito, l'ambasciatore italiano Luca Attanasio, la donna ha una sola certezza: "Qualcuno vicino a noi, alla nostra famiglia, lo ha tradito". "Quella mattina la sua era un'operazione che non implicava direttamente il suo lavoro di ambasciatore - spiega -. L'unica risposta che mi sono data, e che posso dare, è che qualcuno che conosceva i suoi spostamenti ha parlato, lo ha venduto".
La mattina dell'attacco "ci siamo scritti via WhatsApp", racconta la donna in un'intervista rilasciata al Messaggero dopo i funerali di Stato. "Mi ha mandato due foto. Venti minuti dopo mi ha ripetuto la stessa frase che mi diceva quando non eravamo insieme: 'Ti amo amore mio e mi mancate'. Era tranquillo, sorridente".
Ripensando a quella mattina, Zakia conferma che né lei, né l'ambasciatore avevano percezione del pericolo. E anche la richiesta di una nuova auto blindata, presentata da Attanasio pochi giorni prima dell'agguato, non sarebbe legata a una questione di sicurezza. Lo ha fatto "perché quella che era a disposizione in ambasciata aveva alcuni problemi meccanici. Quindi non c'è nessuna relazione con ciò che è accaduto lunedì mattina".
La donna non ha sospetti. "Saranno le indagini ad accertare cosa è accaduto nella foresta", dice. "In queste ultime ore sono travolta dagli eventi, dal dolore per me, per la mia famiglia. L'unica risposta che mi sono data, e che posso dare, è che qualcuno che conosceva i suoi spostamenti ha parlato, lo ha venduto".