L'Italia si colora ormai di rosso e arancione scuro, secondo la maggiore incidenza del Covid e soprattutto delle sue varianti. Quattro regioni rischiano di passare in fascia arancione e due in zona rossa. Secondo i dati dell'ultimo monitoraggio disponibile, quello della settimana scorsa, rischiano le restrizioni maggiori Abruzzo e Umbria, con il primo che aveva un Rt nel limite inferiore di 1.11 e un rischio moderato ma con un'alta possibilità di progressione all'alto e la seconda con un Rt nel limite inferiore a 1.12 e un rischio alto.
Sono invece Basilicata, Lombardia, Marche e Piemonte che rischiano di entrare in zona arancione. In bilico tra il giallo e l'arancione ci sono invece Friuli Venezia Giulia, Lazio e Puglia.
Zone rosse si profilano da sabato nelle province di Pistoia e Siena e arancione scuro in quella di Bologna. A Brescia la situazione dei contagi resta critica: gli ospedali sono vicini al collasso e stanno mandando alcuni pazienti in altre strutture della regione, come a Bergamo e a Cremona.
Da mercoledì è rossa Cecina, nel Livornese, così come da alcuni giorni quattro Comuni nel Lazio: Colleferro, Carpineto Romano in provincia di Roma, Torrice (Frosinone), Roccagorga (Latina). In Alto Adige è stata superata la soglia critica per le terapie intensive a Bolzano e a Trento. In Basilicata sono in aumento i casi e l'Rt, la Regione rischia di finire arancione.
Dilagano le varianti In Sardegna è zona rossa a San Teodoro. In Molise si registra un balzo di positivi: c'è stato un sopralluogo di militari per allestire terapie intensive di emergenza. In Piemonte l'Rt è sopra 1, la Regione va verso l'arancione e l'inasprimento delle misure. A Pescara dilaga la variante inglese con picco di contagi.
Ordinanze ministero in vigore da lunedì e non la domenica Le ordinanze del ministro della Sanità sui colori dei territori, in seguito al monitoraggio del venerdì, d'ora in poi entreranno in vigore il lunedì e non la domenica: lo promette il ministro delle Autonomie Mariastella Gelmini in un vertice con gli Enti locali. Questo per evitare il caos, e le perdite economiche, di ristoranti e bar aperti un giorno su due nel weekend (che costituisce l'80% del fatturato settimanale secondo Coldiretti).
Nella riunione Gelmini e il ministro della Salute Roberto Speranza hanno assicurato un'altra novità: la bozza del nuovo Decreto del presidente del Consiglio, in vigore dal 6 marzo, sarà inviata già ai presidenti di Regione, dunque in notevole anticipo sulla scadenza di quello attuale. Un gesto di apertura alle Regioni, che hanno chiesto a più riprese di evitare decisioni all'ultimo minuto come successo per lo sci, con impianti pronti a riaprire e fermati la sera prima.
Il sistema delle fasce sarà "mantenuto - dice la Gelmini -. Finora è stato scongiurato un lockdown generalizzato e questo deve essere l'obiettivo principale anche per i prossimi mesi". Anche perché, pur prevedendo delle modifiche ai parametri, come chiesto dalle Regioni specie per l'Rt, "un modello alternativo ad oggi non c'è". Rinviando al Comitato tecnico scientifico (Cts) il tema spinoso della chiusura delle scuole per vaccinare i docenti - come chiedono quasi tutte le Regioni -, il ministro nota una "contraddizione nella richiesta di scuole chiuse e attività economiche aperte". Gelmini parla quindi di "una graduale riapertura dei luoghi di cultura, con misure di sicurezza adeguate, superato il mese di marzo".