Un milione, due milioni, e poi subito tre, quattro: sembra impossibile stare dietro ai numeri fatti registrare da Valheim, il videogame del momento che in pochi giorni dal debutto in versione Accesso Anticipato su Steam, ha letteralmente conquistato il popolo di videogiocatori. Oltre ad aver superato rapidamente quota quattro milioni di copie vendute, nelle scorse ore questo peculiare gioco di sopravvivenza a tema vichingo ha raggiunto 500mila giocatori simultanei sulla popolare piattaforma di Valve: è il quinto gioco nella storia ad aver raggiunto un risultato simile, dietro a "divinità" come Counter-Strike: Global Offensive, Dota 2, PUBG e il più recente Cyberpunk 2077. Ma a cosa dobbiamo questo successo?
Come spesso accade, di recente, Valheim è esploso grazie al supporto degli streamer e influencer che, giocando in diretta su Twitch, YouTube e altri servizi di broadcast, hanno dato il via a un fenomeno che ha iniziato a espandersi a macchia d'olio fino a diventare uno dei titoli più popolari del momento. In soli 21 giorni, Valheim ha fatto registrare 10mila ore di gioco complessive da parte dei suoi utenti, scalando lentamente la classifica dei più venduti di sempre su Steam (attualmente è in 57esima posizione) e ottenendo qualcosa come 81mila recensioni positive.
Un successo impensabile per un gioco che, strano a dirsi, è stato sviluppato da un piccolo team svedese, Iron Gate Studio, fondato da due veterani dell'industria in quel di Skövde e che al momento conta una manciata di dipendenti. Grazie al supporto di Coffe Stain Publishing, produttore svedese che ha contribuito alla pubblicazione di altri titoli di successo del calibro di Deep Rock Galactic, Huntdown e il sorprendente Satisfactory, il team è riuscito ad aggiornare con costanza il suo titolo con aggiornamenti mirati e basati sui feedback della community.
Ma cos'è, realmente, questo Valheim di cui parlano tutti? Si tratta sostanzialmente di un gioco di sopravvivenza basato sulla mitologia norrena, da affrontare in compagnia di altri giocatori, per un totale di dieci vichinghi. In un purgatorio qui riproposto sotto forma di mondo esplorabile e creato proceduralmente, sfruttando un comparto artistico molto, molto ispirato, i giocatori dovranno dimostrare il loro valore a Odino e conquistare il decimo regno perduto, appunto il Valheim, nel tentativo di raggiungere il Valhalla.
Nel farlo, il team ha pensato a molte delle meccaniche tipiche del genere: esplorazione, costruzione e sopravvivenza la fanno da padrona in un ecosistema di gioco che mette fino a dieci utenti a caccia di creature mostruose sempre più potenti, da sterminare allo scopo di accrescere la propria forza e il proprio valore. Esplorando lo scenario si possono scoprire nuove risorse con cui creare accampamenti, nuove costruzioni e strutture capaci di garantire la sopravvivenza, sistemi come la navigazione e il crafting assicurano varietà, l'idea di un mondo che cambia faccia costantemente fa sì che i giocatori abbiano sempre qualcosa di nuovo da scoprire.
Insomma, dietro a quello che sembra un gioco diventato famoso fortuitamente c'è, in realtà, un mix di idee funzionanti e funzionali che hanno certamente spianato la strada al suo successo. Ora, per Valheim, c'è una roadmap di contenuti già in lavorazione presso la piccola software house svedese, che tramite piccoli update mirati, punta a far crescere il suo progetto e raggiungere nuovi record.
Il team procede con cautela, vista anche la situazione pandemica globale, e tenta di non farsi sedurre eccessivamente dal successo improvviso: forse proprio questa strategia permetterà al titolo di Iron Gate Studio di restare sulla cresta dell'onda e non fare la stessa fine di giochi troppo ambiziosi, come Anthem di BioWare, che nelle scorse ore è stato definitivamente abbandonato da Electronic Arts dopo aver fallito al lancio di due anni fa e aver attraversato un processo di "totale rifacimento" fino ai giorni scorsi.