Attacco in Congo, un italiano dell'Onu sopravvissuto: "Forse Attanasio poteva essere salvato"
Rocco Leone, direttore del programma Onu del World Food Programme, si trovava a pochi metri dal convoglio assalito
"Dal momento in cui il nostro ambasciatore è stato colpito a quando è arrivato all’ospedale di Goma, dove è morto, sono passati 50 minuti. Un tempo lunghissimo e cruciale in cui forse si sarebbe potuto salvare". Sono le parole di Rocco Leone, direttore del programma Onu del World Food Programme, che si trovava a pochi metri dal convoglio assalito in Congo, in cui hanno perso la vita l'ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci. Leone si è salvato perché, come riportato da Repubblica, era rimasto indietro.
A raccontare cosa ha visto Leone è il missionario saveriano Franco Bordignon, da quasi 50 nel Paese africano e amico del diplomatico italiano deceduto. Il direttore del programma Onu ha spiegato che non era la prima volta che Attanasio percorreva quella strada: era infatti la quarta volta in un anno che si recava a Goma perché lì voleva aprire un consolato. I numerosi viaggi erano, però, sempre stati fatti senza scorta o blindati.
"Il convoglio è stato fermato da sei persone armate violente e disorganizzate - ha spiegato Bordignon riportando le parole di Leone –. Li hanno obbligati tutti a scendere. Mustapha, l’autista, si è rifiutato ed è stato freddato sul posto". Attanasio e il carabiniere Iacovacci sono poi stati obbligati a scendere e uccisi nella boscaglia. Leone, invece, era rimasto indietro e "questo gli ha consentito poi di scappare". Il direttore del programma Onu non avrebbe quindi visto nulla.
Il missionario ha spiegato che il vero testimone di quanto accaduto è la guardia di sicurezza del World Food Programme, Mansour Rwagaza, ancora ricoverato all’ospedale di Goma, che si è salvato fingendosi morto a terra.
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