FOTO24 VIDEO24 2

Bologna, la morte di Kristina è un giallo: riacceso il cellulare, la Procura indaga per omicidio volontario

Sul registro degli indagati c’è il nome di un uomo che la vittima aveva frequentato

Kristina Gallo, la donna di 30 anni trovata morta il 25 marzo 2019 nella sua casa in Bolognina, potrebbe non essere deceduta per cause naturali ma potrebbe essere l'ennesima vittima di femminicidio. La (possibile) svolta del caso, rimasto avvolto nel mistero per ventuno mesi, arriva dal telefonino della vittima: sembrava sparito, ma è stato riacceso nei giorni scorsi. La Procura di Bologna indaga per omicidio volontario e sul registro degli indagati c’è già il nome di un uomo che lei aveva frequentato.

Il corpo senza vita di Kristina fu ritrovato dal fratello. La vittima era nuda e giaceva per terra a pancia in su ma la parte inferiore del corpo, dal bacino in giù, era sotto il letto. Il sole - che filtrava dalla finestra e batteva sul volto della ragazza - aveva accelerato il processo di decomposizione soltanto sul viso, impossibile dunque stabilire il momento del decesso, probabilmente nei 5 o 6 giorni precedenti.

Difficili anche gli accertamenti nelle vie aeree. Il medico-legale, incaricato dalla Procura, aveva stabilito che la morte era sopraggiunta per arresto cardiaco dovuto a probabili cause naturali, anche se la 30enne non soffriva di particolari patologie e l'autopsia aveva escluso che potesse aver assunto sostanze stupefacenti o alcol. Oggi, come reso noto dal Corriere della Sera, la possibile svolta: il cellulare della vittima è stato riacceso. Forse, dall'uomo che l'ha uccisa

Espandi