In Israele, "per convincere i no-vax a vaccinarsi sono stati anche istituiti dei premi: per esempio nei quartieri ultraortodossi pizza familiare per tutti, mentre per i giovani un thermos in omaggio. Ha funzionato". Lo ha affermato l'epidemiologa dell'Università di Gerusalemme, la professoressa Francesca Levi Schaffer. "Il passo vincente è prima di tutto la disponibilità di vaccini e poi l'attività di convincimento verso chi era riluttante", ha aggiunto.
"Abbiamo così tanti vaccini che alcuni li regaliamo ai paesi vicini - ha detto ancora l'epidemiologa in un'intervista a Radio Capital -. Siamo riusciti ad aprire palestre, teatri e concerti. Sempre con distanziamento e mascherina. Nelle classi si guarda con diffidenza agli studenti che non si sono vaccinati. L'obiettivo è vaccinare tutti gli israeliani entro maggio, poi in estate i richiami per tutti".