governo diviso tra rigoristi e aperturisti

Terza ondata e incubo varianti, l'Italia corre ai ripari | Vertice tra il premier Mario Draghi, il Cts e i ministri

Nuove zone rosse e arancioni a macchia di leopardo nel Paese per contrastrare l'incremento di casi. Miozzo: "Ascoltati con attenzione"

A un anno dalla prima, l’Italia piomba nelle avanguardie della terza ondata di Covid. L’allarme varianti ha trasformato la provincia di Brescia in zona arancione rafforzata mentre aumentano quelle rosse in altri punti del Paese. Sul fronte vaccini l'Iss ha spiegato che prolungare i tempi fra la prima e la seconda dose AstraZeneca porta a una maggiore copertura. Vertice tra Draghi, il Cts e i ministri per tracciare la nuova linea in vista della scadenza del Dpcm.

Aperturisti e rigoristi -  A livello politico Salvini, dopo aver incontrato Draghi in mattinata, spinge per riaperture mirate (“noi siamo per la tutela della salute ma con interventi mirati e in questo c'è sintonia col premier”). Ai ristoranti pensa il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli: "Attraverso il Cts - fa sapere - stiamo lavorando ad un protocollo per consentire alla ristorazione la ripartenza". Il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, definisce "ragionevole" la richiesta di Salvini con l'obiettivo di "dare ossigeno a qualche attività". Sul tavolo del governo sono ben presenti le richieste dei tanti settori in sofferenza, così come i dati dei contagi e dei vaccini (ancora a rilento, ne sono stati somministrati 3,6 milioni).

Ma il ministro della Salute Speranza e gli esperti del Cts frenano, segnalando il rischio contagi che potrebbe derivare da eventuali riaperture di impianti da sci, palestre o cinema.

Brescia zona arancione rafforzata - Da Milano il presidente Attilio Fontana ha firmato un'ordinanza per istituire nella provincia di Brescia e in alcuni comuni della Bergamasca e di Cremona di una zona arancione rafforzata, "che preveda, oltre alle normali misure della zona arancione, anche la chiusura delle scuole d'infanzia, elementari e medie, il divieto di recarsi nelle seconde case, l'utilizzo dello smart working dove possibile e la chiusura della attività in presenza". Una stretta, ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità, Letizia Moratti, resa necessaria dall'ultima accelerazione del Covid, "con l'aggravante delle varianti che nell'area sono presenti al 39% del totale dei casi". Guido Bertolaso ha chiarito che "la provincia ha un numero di nuovi casi doppio rispetto alle altre province lombarde. Siamo di fronte alla terza ondata della pandemia e va aggredita immediatamente".

Le varianti avanzano - Zona rossa, invece, per Torrice (Frosinone), "a causa della forte incidenza e presenza della variante inglese", e per San Cipirello e San Giuseppe Jato, (Palermo). Altra variante che preoccupa è quella brasiliana: un caso e' stato scoperto in una scuola a Roma. Il virus riprende poi a mordere in Veneto, dove si registra una crescita di contagi e ricoveri ed in Abruzzo (78 terapie intensive).

Stabilita la zona arancione scuro, da giovedì 25 febbraio fino all'11 marzo, per 14 Comuni dell'Emilia-Romagna dove da alcuni giorni "si registra una situazione di progressiva criticità a causa dell'incremento dei contagi da Covid-19". E' quanto deciso da Regione e sindaci. Si tratta - spiega una nota della stessa Regione - di una misura che riguarda tutti i Comuni che fanno capo all'Ausl di Imola: Imola, Castel San Pietro, Medicina, Mordano, Castel Guelfo, Dozza, Casalfiumanese, Fontanelice, Borgo Tossignano, Castel del Rio, e i confinanti di Bagnara di Romagna, Conselice, Massa Lombarda e Riolo Terme, in provincia di Ravenna.

Vertice tra Draghi, il Cts e i ministri: la linea è quella della prudenza Intanto il capo del governo, in vista della scadenza del Dpcm, in 5 marzo, ha incontrato a Palazzo Chigi il Cts e i ministri interessati all'emergenza per tracciare, almeno parzialmente, la linea che terrà. Alla riunione erano presenti i ministri competenti e quelli rappresentanti delle forze di maggioranza - Daniele Franco, Roberto Speranza, Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Elena Bonetti, Maria Stella Gelmini - e i tre rappresentanti della task force degli esperti, Agostino Miozzo, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro. Dopo l'illustrazione scientifica dei dati epidemiologici, il vertice è proseguito solo con i ministri. Il governo, prima di mettere nero su bianco le nuove misure - in un Dpcm o forse con un decreto legge ad hoc che dia più spazio quindi al Parlamento - attenderà la fotografia della pandemia in Italia di venerdì. Il trend, comunque, va in una direzione opposta a quello delle riaperture, anche se parlare di lockdown o di zona arancione nazionale è prematuro. "Draghi non è aperturista o rigorista, ci ha ascoltati con attenzione", spiega Miozzo a margine della riunione.

Mercoledì Speranza farà comunicazioni in aula alla Camera sulle nuove misure per il contrasto della pandemia. Si mira a definire il nuovo Dpcm cercando un punto di caduta non facile tra le diverse posizioni dei partiti che sostengono Draghi. Tenendo sempre presente l'andamento della pandemia e il parere degli esperti.

AstraZeneca annuncia un altro taglio delle dosi da consegnare all'Ue Nel frattempo i piani di vaccinazione contro il Covid in Europa rischiano una nuova battuta di arresto, con il taglio di almeno la metà delle dosi annunciato da AstraZeneca nel secondo trimestre. La casa farmaceutica avrebbe fatto sapere durante le riunioni con l'Ue - scrive la Reuters citando un funzionario europeo - che "avrebbe fornito meno di 90 milioni di dosi" nel periodo aprile-giugno. Vale a dire la metà rispetto ai 180 milioni su cui si era impegnata.