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Trainspotting compie 25 anni: ecco perché il film di Danny Boyle è diventato un cult

Il 23 febbraio 1996 uscì in Gran Bretagna il film destinato a diventare un'icona

Monologhi e dialoghi brillanti, montaggio sincopato, una colonna sonora indimenticabile e Ewan McGregor. Sono solo alcuni degli ingredienti che hanno permesso a "Trainspotting" di superare la prova del tempo e imporsi come icona della cinematografia britannica e non solo. A 25 anni di distanza il film di Danny Boyle rivive ancora nelle centinaia di citazioni, parodie e omaggi che si sono susseguiti in questo quarto di secolo.

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"Trainspottig" è tratto dal romanzo omonimo di Irvine Welsh e segue le vite di un gruppo di tossicodipendenti nella Edimburgo degli Anni Novanta. Mark "Rent Boy" (Ewan McGregor), Begbie (Robert Carlyle), Sick Boy (Jonathan Lee Miller), Spud (Ewen Bremner) e Tommy (Kevin McKidd) hanno deciso di voltare volontariamente le spalle al futuro grigio e borghese, preferendo perdersi nell'eroina.

Intorno, nel frattempo, il loro mondo va ben presto a pezzi tra l'overdose di Mark, la morte della piccola Dawn, l'Aids di Tommy e la detenzione di Spud. Per salvarsi da una fine certa, Mark decide così di tradire i compagni e iniziare una nuova vita lontano dall'eroina.

"Trainspotting" festeggia un quarto di secolo

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Il successo del film (e la maggior critica che gli si è stata mossa) è il fatto di aver saputo avvolgere la tossicodipendenza in un allure pop e accattivante. Le scene più crude ed intense del film sono infatti bilanciate dal montaggio rapido e da sequenze surreali, che evitano toni troppo drammatici. Nel 2017 il gruppo si è riunito per il second capitolo "T2 Trainspotting", in cui i protagonisti adulti si rincontrano per regolare i conti rimasti in sospeso per oltre vent'anni.

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