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Birmania, Usa e Ue annunciano sanzioni contro i leader militari

Gli Stati Uniti chiedono con fermezza che l'esercito metta fine agli attacchi contro i manifestanti pacifici e che rilasci coloro che sono "ingiustamente detenuti"

ANSA

Gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni contro due leader della giunta militare birmana che ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, promettendo ulteriori azioni se l'esercito userà nuovamente la forza contro i manifestanti. "Chiediamo a esercito e polizia di cessare gli attacchi contro manifestanti pacifici, rilasciare coloro che sono ingiustamente detenuti, e ripristinare il governo eletto", ha detto il segretario di Stato Usa.

Su quanto avviene nel Paese asiatico è intervenuto anche l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, che ha spiegato: "Di fronte alla situazione preoccupante" in Birmania abbiamo raggiunto un accordo politico per applicare sanzioni che colpiscano i militari responsabili per il colpo di Stato". Borrel ha poi aggiunto che "colpiremo anche i loro interessi economici, senza colpire però gli interessi della popolazione".

Una ferma condanna arriva anche dai ministri degli Esteri dei Paesi del G7, che chiedono con urgenza "il rispetto dei diritti umani e della legge internazionale". "L'uso di proiettili contro persone indifese è inaccettabile. Chiunque risponda con violenza a proteste pacifiche deve renderne conto", si legge nel comunicato firmato da Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Giappone.

Per ribadire la protesta del Regno Unito contro il golpe e le violenze che ne sono seguite, il governo britannico ha convocato per la seconda volta in pochi giorni l'ambasciatore birmano a Londra, Kyaw Zwar Minn. Lo ha reso noto il Foreign office, precisando che al rappresentante diplomatico è stata presentata una nota nella quale "si condanna la risposta delle forze di sicurezza birmane alle proteste pacifiche" di questi ultimi giorni, con "l'uso di forza e violenza che ha causato morti e feriti" e si chiede "la fine immediata" delle repressioni.

Ribadite inoltre "la condanna del colpo di Stato militare e della detenzione arbitraria di civili", nonché la richiesta del "rilascio immediato della Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi e del ritorno pacifico alla democrazia nel Paese". Il Regno Unito ha infine avvertito di voler continuare ad agire "con i partner internazionali affinché i responsabili del golpe siano chiamati a risponderne" e la democrazia sia ripristinata, "tenendo accesi i riflettori sulle violazioni dei diritti umani e usando tutte le leve diplomatiche disponibili" per fermarle.

Birmania, migliaia in piazza contro il golpe: i militari bloccano Internet

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Birmania in piazza contro il colpo di Stato del 1° febbraio messo in atto dalle forze militari. Con il saluto delle tre dita alzate, segno di sfida mutuato dal film "Hunger Games" e già ricorrente nei cortei della vicina Thailandia, migliaia di persone hanno manifestato per le strade di Yangon e Mandalay al grido di "la dittatura militare deve cadere" e "abbasso la dittatura". Mentre la giunta militare, dopo avere ordinato nei giorni scorsi il blocco di Instagram e Twitter, ha quasi del tutto impedito l'accesso a Internet nel Paese, rendendo più difficili le comunicazioni. I dimostranti hanno chiesto la liberazione delle persone arrestate dai militari in coincidenza con il colpo di Stato del 1 febbraio, compresa Aung San Suu Kyi, esponente politico del Paese e premio Nobel pre la Pace nel 1991.

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