Opere d’arte e cimeli messi all’asta per oltre 300 mila euro. La Procura di Roma chiude le indagini nei confronti di Andrea Piazzolla, ex manager di Gina Lollobrigida. E anche se la diva 93enne ha sempre difeso il suo factotum 34enne, l'accusa è circonvenzione di incapace. A dare il via al nuovo processo sono stati il figlio e il nipote dell'attrice.
Secondo la Procura Piazzolla avrebbe approfittato dello stato di "vulnerabilità" della Lollobrigida per mettere le mani sul suo patrimonio. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, che hanno avviato una indagine dopo una denuncia presentata dai familiari della diva, avrebbe messo in atto azioni per allontanare la Lollobrigida, oggi 93enne, dai parenti e impossessarsi dei sui beni.
Una serie di operazioni sospette che sarebbero andate avanti dal 2013 al 2018 ad opera dell'ex manager nel suo ruolo di curatore della società che gestiva i beni dell'attrice, da circa un anno al vaglio di un amministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare. Piazzolla avrebbe depauperato il patrimonio dell'attrice abusando del suo stato di debolezza psichica facendole compiere una serie di atti giuridici che le hanno causato un ingente danno patrimoniale. Ora che le indagini sono state chiuse si va verso il processo.
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