Il 21 febbraio di trentacinque anni fa, Shigeru Miyamoto dette vita a una delle saghe videoludiche più celebri di tutti i tempi e, con lei, a una delle più famose principesse della storia dei videogiochi: Zelda, comprimaria d’eccezione in The Legend of Zelda. O, almeno, nella maggior parte dei capitoli della serie pubblicata dal papà di Super Mario e da Nintendo. Ecco la sua lunga storia.
Il nome, stando al celebre game designer giapponese, è stato scelto per omaggiare nientemeno che Zelda Fritzgerald: scrittrice, ballerina e moglie dell’altrettanto celebre Scott F. Fritzgerald. Quasi sempre legata in qualche modo alla dea Hylia e, soprattutto, a uno dei tre frammenti della Triforza – quello della saggezza. Prototipo (almeno alla nascita) del cliché della damigella in difficoltà, Zelda è molto spesso finita ostaggio del perfido Ganon, motivando in questo modo il viaggio dell’eroe Link. Ma non è sempre andata così!
Se questa formula è sostanzialmente vera – e con poche variazioni – per i primi capitoli della saga, in cui il ruolo attivo della principessa è quasi inesistente, andando avanti con gli anni la sua parte nella storia (che, come un canovaccio, si ripete cambiando modi, tempi e luoghi) è mutata assieme a tutto ciò che la circondava.
La sua prima rivalsa arriva con il celebre Ocarina of Time (1998), su Nintendo 64. Qui, ancora bambina, intuisce il pericolo rappresentato dal re dei gerudo, Ganondorf, e dà il via all’eroica missione dell’altrettanto piccolo Link. Con il passaggio temporale la ritroviamo, in incognito, come spalla valorosa e valente di Link; un piccolo twist à la Mulan in cui, per sfuggire alle grinfie dell’antagonista, si finge un combattente degli sheikah, di nome Sheik.
Probabilmente la versione più avventurosa della principessa Zelda (a oggi) è quella apparsa in The Wind Waker (2002), per GameCube. In questo caso, l’amata erede al trono non è consapevole del sangue reale che le scorre nelle vene e, sotto il nome di Tetra, si dedica a scorribande nei mari in qualità di capitano di una nave pirata! Ironia della sorte, quando si scopre la sua vera identità viene dapprima relegata in un castello, quindi rapita dal malvagio nemico di turno.
La raffigurazione più complessa e approfondita della principessa Zelda è quella che ci è arrivata grazie al rivoluzionario Breath of the Wild (2017), pubblicato per celebrare e accompagnare Switch. Qui, attraverso i flashback, abbiamo avuto modo di vedere una Zelda più fragile, inizialmente incapace di risvegliare i suoi poteri sacri e diventare l’eroina che Hyrule si aspettava che lei fosse… salvo poi riuscire a superare le sue paure, imprigionando la calamità Ganon per 100 anni, grazie ai suoi poteri magici. Bel modo di rifarsi, dopo anni passati come prigioniera!
Oltre alle apparizioni sulla (dimenticabilissima) serie animata americana e nel fumetto dedicato alla saga, Zelda si schiera in prima linea sia nei due capitoli spin-off di Hyrule Warriors, sia nei non canonici episodi che la vedono come protagonista (che hanno ricevuto, a suo tempo, diverse critiche), ossia The Wand of Gamelon e Zelda’s Adventure. E non dimentichiamoci che anche nella serie Super Smash Bros. la principessa è stata molto spesso in grado di dire la sua, sia con vesti reali, sia camuffata da Sheik!