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Morto Raffaele Cutolo, diventa virale la storia di Giuseppe Salvia: ucciso per aver "difeso" lo Stato davanti al boss della camorra

ll vicedirettore di Poggioreale fu massacrato dagli uomini del capo della Nuova Camorra organizzata perché osò fargli rispettare le regole

Nel giorno della morte di Raffaele Cutolo, su Facebook diventa virale un post in cui si ricorda una delle vittime del boss della Nuova Camorra organizzata. Si tratta di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale, che pagò con la vita uno "sgarro" a quel prigioniero eccellente che metteva sull'attenti anche le forze dell'ordine, anche gli uomini che lo dovevano custodire e controllare.

L'omicidio di Salvia - Salvia, come ricorda il post pubblicato da Davide Basile, fu ucciso il 14 aprile 1981, a 38 anni, da un commando di sei uomini legati a Cutolo mentre tornava a casa, sulla tangenziale di Napoli, dopo una giornata di lavoro. Il vicedirettore di Poggioreale lasciò la moglie, Giuseppina Troianiello, e i due figli Antonino e Claudio, cinque e tre anni all'epoca. Solo molti anni dopo, nel 2013, Salvia fu insignito della medaglia d'oro al valore civile. 

Lo sgarro della perquisizione al boss - La sua "colpa"risaliva a pochi mesi prima, il 7 novembre 1980. Cutolo stava rientrando in carcere, a Poggioreale, dopo aver partecipato a un'udienza in tribunale. Secondo il regolamento, prima di rientrare in cella,  il boss doveva essere perquisito. Ma agli agenti aveva già fatto intendere che non avrebbe accettato nessun controllo. E loro lo avevano spiegato a Salvia dicendogli "Dottò, cosa dobbiamo fare? Sa, noi abbiamo famiglia...". 

Il vicedirettore per difendere l'autorità dello Stato aveva lui stesso perquisito il boss, provocando un gesto di stizza da parte di Cutolo, che era stato umiliato davanti a tutti. Tanto che, durante il controllo, aveva anche cercato di dare uno schiaffo al dirigente di Poggioreale. Giuseppe Salvia sapeva bene a quali rischi andava incontro, ma voleva affermare davanti a quell'uomo il potere dello Stato. E così, con quel gesto, firmò la sua condanna a morte. 

L'inseguimento in tangenziale - I sei uomini di Cutolo che lo uccisero la sera del 14 aprile 1981, lo aspettarono fuori dal carcere e lo tallonarono a bordo di due auto lungo la tangenziale, fino allo svincolo dell'Arenella, dove Salvia tentò una retromarcia con la sua Fiat Ritmo in un disperato, e inutile, tentativo di salvarsi. I killer gli spararono proprio in quel punto e lui morì sul colpo. Al funerale di Salvia arrivarono 68 corone di fiori: molte le inviarono i detenuti per ringraziare un uomo che aveva cercato di rendere il carcere di Poggioreale più umano. Successivamente, per quell'omicidio Raffaele Cutolo sarebbe stato condannato all'ergastolo.

A Ottaviano (Napoli) dopo la morte di Cutolo: si volta pagina 

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Gli amministratori a, Ottaviano (Napoli), vogliono voltare pagina in fretta. "Una brutta pagina, per un paese che ha Storia e civilta'", dice il sindaco, Luca Capasso. Ma nel Paese reale la memoria di Raffaele Cutolo resiste. La gente si divide tra chi lo relega nel passato e chi mette in dubbio la lettura mass-mediatica dell'ex capo della Nuova Camorra Organizzata. Il prefetto di Napoli, Marco Valentini giunto per una visita istituzionale ad Ottaviano visita il Castello Mediceo insieme al sindaco. La struttura fu acquistata dal boss che voleva farne la sua residenza di lusso. Il bene confiscato ospita uffici del Parco Nazionale del Vesuvio. Nessun commento da parte della sorella di Cutolo, Rosetta, ottantenne, che da anni fa vita riservata. Sono a Parma, invece la moglie del ex capo della Nco, Immacolata Iacone e la figlia Denise, ancora minorenne, in attesa che la magistratura decida di liberare la salma. "Non so come e quando si svolgeranno i funerali" dice il prefetto di Napoli. Ma si tratterà di un rito per pochissimi familiari stretti.

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