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Variante Covid, botta e risposta tra Galli e il "suo" Ospedale Sacco | "Reparti non pieni", "Allora sono tutti da me"

Il direttore di Malattie infettive aveva lanciato l'allarme sul proliferare dai contagi, ma la struttura lo corregge: "Le percentuali identificate sono in linea con la media nazionale ed inferiori alla media regionale”

Milano, parte la vaccinazione over 80: "assalto" di nonnini negli ospedali

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Ha preso il via la fase 1 Ter della campagna vaccinale lombarda, quella che vede coinvolti gli ultraottantenni. Fin dalle prime luci dell'alba, nei 74 centri vaccinali distribuiti in tutta la regione, i primi dei 4mila "grandi anziani" ai quali sarà somministrata la prima dose Pfizer nella hanno cominciato a mettersi in coda con largo anticipo rispetto all'orario prefissato. Le operazioni di somministrazione scorrono ovunque velocemente, viene riferito, ma qualche capannello formato dalle persone da vaccinare, tutte accompagnate da figli, nipoti o badanti, si e' iniziato a formare. A Milano i punti in cui vengono somministrati i vaccini sono sette: il Fatebenefratelli, il Gaetano Pini, il Besta, il Sacco, il Niguarda, il Trivulzio e l'ospedale militare di Baggio.

L'Asst Fatebenefratelli Sacco frena su "alcune notizie apparse sulla stampa su 'reparti pieni di varianti' riferite alle Malattie infettive dello stesso Sacco", e  spiega che "tali affermazioni non rappresentano la reale situazione nel presidio". Era stato il direttore di Malattie infettive, Massimo Galli, a lanciare l'allarme sul proliferare dei contagi da varianti. Galli è poi tornato, in maniera piccata, sulla vicenda: "Allora sono tutti nel mio reparto".

"Attualmente – precisa la nota dell’ospedale – le percentuali di varianti identificate (verificate secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dall’ISS o su controlli a campione) sono in linea con la media nazionale ed inferiori alla media regionale”. La nota aggiunge anche che finora “presso il Laboratorio di questa ASST è stata identificata esclusivamente la variante UK (cosiddetta “variante inglese”) e che, al momento, nessun sequenziamento ha evidenziato la variante brasiliana o sudafricana”.

La replica di Galli: "Sono certo dei miei dati" - "Al Sacco le varianti inglesi sarebbero 6 su 50 casi testati. Bizzarro, se è così sono tutti passati per il mio reparto!": Massimo Galli replica via social all'ospedale dove lavora, che ha diramato una nota per smentire le sue affermazioni. "Dirigo un laboratorio di ricerca universitario che - scrive Galli su twitter - lavora sulle sequenze di SARS-CoV-2 da gennaio 2020. Dei miei dati sono certo". Replica una follower: "Professore massima stima, ma dovrebbe chiarirsi con i dirigenti del suo ospedale: sono loro ad aver smentito le sue affermazioni. Se lei è convinto che il suo reparto sia invaso dalle varianti al punto da suggerire un lockdown generale e loro no, avete un problema e ci confondete". Aggiunge un'altra persona, ricordando un caso simile di contrasto tra un medico e la struttura dove lavora: "Massima solidarietà, professore. Ricordiamo bene simile episodio capitato a Roberto Burioni sugli accessi in pronto soccorso".

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