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Il "Premio del Cittadino Europeo 2020" al progetto "Le Voci della Memoria"

Istituito nel 2009 dal Parlamento europeo, riconosce i meriti dei cittadini, dei gruppi di cittadini, delle associazioni che si sono distinti per una spinta verso l'integrazione, la solidarietà e la cooperazione internazionale

Scelto tra 30 candidati, "Le voci della memoria" (podcast di dieci puntate che racconta il progetto "Promemoria Auschwitz" dell’associazione Deina) è stato uno dei vincitori del "Premio del Cittadino Europeo 2020". Un riconoscimento importante che il Parlamento europeo assegna ogni anno ai progetti distintisi nella promozione dell'integrazione, della solidarietà e della cooperazione internazionale.

Il premio - Il Parlamento europeo conferisce ogni anno il suo "Premio del Cittadino Europeo". Si tratta di un riconoscimento importante che va a cittadini, gruppi, associazioni o organizzazioni che si siano distinte per progetti caratterizzati dai seguenti obiettivi:

 

- promozione di una migliore comprensione reciproca, di una maggiore integrazione tra le popolazioni degli Stati membri e della cooperazione transfrontaliera o transnazionale nell'Unione europea;

 

- spinta alla cooperazione culturale transfrontaliera o transnazionale a lungo termine che contribuisce a rafforzare lo spirito europeo;

 

- lavoro su progetti connessi all'Anno europeo in corso;

 

- traduzione nella pratica dei valori sanciti sulla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

 

Come funziona - I deputati al Parlamento europeo hanno il diritto di presentare candidature, in ragione di una candidatura per deputato ogni anno. Le giurie nazionali valuteranno tutte le candidature e sceglieranno un massimo di cinque progetti che saranno inviati alla Cancelleria che deciderà i vincitori finali (uno per Stato membro).

 

Il podcast vincente - Tutto nasce da un progetto della Deina, un'associazione di promozione sociale che opera su scala nazionale e internazionale. Il lavoro in questione ha un titolo che già dice tutto: “Promemoria Auschwitz”. Si tratta di un progetto nazionale che dal 2014 gode del patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e che in questi anni ha visto la partecipazione di ben 10mila giovani provenienti da tutta Italia. In cosa consiste? Il motto è ‘un nuovo modo di fare memoria’. E si è tradotto nella scelta di portare centinaia di ragazzi del liceo e dell’università a visitare Auschwitz e altri luoghi della Shoah nella città di Cracovia.

 

Quest'anno l'Università del Piemonte Orientale ha deciso di partecipare direttamente al progetto e Radio 6023 (la radio d’ateneo gestita dall’associazione 6023 APS) si è unita con il podcast "Le voci della memoria", composto di dieci puntate che raccontano tutte le fasi del viaggio e le reazioni dei giovani partecipanti.

 

Lo scopo - L'obiettivo del lavoro è stato dunque quello di documentare ogni momento dell’esperienza, permettendo così a più persone possibili di vivere le stesse sensazioni dei giovani partecipanti. E promuovendo dunque un senso di maggiore coscienza civica nelle nuove generazioni.

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