Dopo il colpo di stato

Birmania: 5 reporter arrestati durante le proteste, proiettili sui manifestanti

L'appello di Usa, Gb e Ue alle autorità militari locali: "Stop alle violenze" 

Cinque giornalisti sono stati arrestati durante una manifestazione di protesta in Birmania contro il colpo di Stato militare, dopo che le forze di sicurezza avevano aperto il fuoco sui dimostranti, anche se non è chiaro se con proiettili regolari o di gomma. Secondo media locali, la protesta è avvenuta nella città di Mytkyina. La notizia dell'arresto dei cinque giornalisti è stata rilanciata dal sito 74 Media su Facebook. 

Ambasciata Usa avverte: movimenti truppe a Yangon Intanto l'ambasciata Usa in Birmania avverte di movimenti di truppe e interruzioni di comunicazioni. "Ci sono indicazioni di movimenti militari a Yangon e la possibilità di interruzioni delle telecomunicazioni durante la notte tra l'1 e le 9. Si consiglia ai cittadini statunitensi in Birmania di rimanere a riparo durante il coprifuoco che va dalle 20 alle 4", si legge sul profilo Twitter dell'ambasciata.

Usa-Ue-Gb: nessuna violenza sui manifestanti "Facciamo appello alle forze di sicurezza perché si astengano dalla violenza contro i manifestanti, che protestano contro il rovesciamento del loro governo legittimo". Lo scrivono in una nota gli ambasciatori in Birmania di Usa, Canada, Unione europea e Regno Unito, facendo appello alle forze di sicurezza birmane a non usare violenza contro i manifestanti che da nove giorni protestano contro il golpe. "Condanniamo inequivocabilmente - aggiungono - gli arresti dei leader politici, degli attivisti e dei civili, così come le minacce ai giornalisti".