AL QUIRINALE

Governo, Draghi accetta l'incarico di premier e presenta la lista dei ministri

Il nuovo presidente del Consiglio ha comunicato i nomi del suo esecutivo dopo aver incontrato al Quirinale il Capo dello Stato Sergio Mattarella

Mario Draghi ha accettato l'incarico di formare il nuovo governo e, dopo aver incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha presentato la lista dei suoi ministri (8 donne e 15 uomini). Tra i confermati Luciana Lamorgese all'Interno, Roberto Speranza alla Salute, Luigi Di Maio agli Esteri, Dario Franceschini alla Cultura, Lorenzo Guerini alla Difesa. Daniele Franco va all'Economia. Al Turismo entra Massimo Garavaglia.

La nuova squadra di ministri, che registra anche un terzo di donne, è formata e dà spazio a tutti i partiti dell'ampia maggioranza che sostiene l'esecutivo, con figure di fiducia del premier in dicasteri chiave.

Il premier sale al Colle alle 19 e dopo quaranta minuti di colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglie la riserva. Come le regole vogliono, poi esce dallo studio del Capo dello Stato e legge i 23 nomi. Asciutto nello stile, non aggiunge alcun commento davanti alle telecamere. Solo lasciando il Quirinale si lascia andare per un attimo: "In bocca al lupo", risponde ai fotografi che lo attendono sommergendolo di flash.

Le prossime tappe, dal giuramento al voto sulla fiducia Nessuna trattativa estenuante con le forze politiche: la composizione dell'esecutivo è una partita che l'ex numero uno della Bce ha giocato solo affidandosi ai consigli del Colle, come Costituzione vuole. Ciò non toglie che ci sia voluto ugualmente un complesso lavoro di cesello per trovare i giusti equilibri. Ora manca il giuramento, in agenda oggi alle 12, e poi si terrà' il primo Consiglio dei ministri. A metà settimana (da mercoledì al Senato) toccherà infine alle Camere votare la fiducia e a quel punto inizierà la corsa contro il tempo.

Le priorità dell'esecutivo Draghi L'emergenza sanitaria, economica e sociale,  ha detto Draghi accettando l'incarico il 3 febbraio, sono le priorità: i temi si intrecciano e molto passerà per il Recovery plan, che sarà rivisto e reso operativo lavorando fianco a fianco con il sottosegretario alla presidenza Garofoli ma soprattutto con il nuovo ministro dell'Economia e il ministro per la Transizione energetica, che fonderà i temi ambientali e alcune competenze in materia energetica: e qui i nomi scelti, quello di Daniele Franco e Roberto Cingolani, sono fuori dal perimetro dei partiti.

Il super-ministero dell'Ambiente Il M5s viene dunque solo parzialmente accontentato: il contenitore chiesto da Beppe Grillo c'è ma alla guida non va un esponente del Movimento. "Lo abbiamo fortemente voluto", rivendica su Fb Luigi Di Maio (che viene confermato alla Farnesina) perché "questo è il governo della transizione ecologica". Parla invece di una presa in giro Barbara Lezzi, tra le voci critiche dei 5s: "Il super ministero non c'è'. Non abbiamo votato per questo".

Marta Cartabia alla Giustizia Finisce sempre nelle mani di una 'tecnica' il ministero della Giustizia, tema particolarmente divisivo per i partiti che compongono la maggioranza: a guidare via Arenula sarà l'ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. All'Innovazione tecnologica e digitale va invece Colao. Molti altri ministeri vengono suddivisi fra i partiti.

Nessun ministro donna per il Pd I 5S vedono rappresentate quasi tutte le proprie anime, il Pd anche con l'entrata di Andrea Orlando che guida il Lavoro. I Dem non portano donne però in Cdm. Nicola Zingaretti assicura di volervi porre rimedio: il "tema della differenza di genere è il cuore del programma per la ricostruzione italiana", dice il segretario rinviando alla nascita del sottogoverno.

I ministeri della Lega A incassare un ministero di peso come lo Sviluppo economico è la Lega: va a Giancarlo Giorgetti, mentre l'ex viceministro all'Economia Massimo Garavaglia prende la guida del Turismo che diventa un dicastero a sé. Ma i leghisti ottengono pure la nascita del ministero della Disabilità. "Imprese, turismo, disabili. Lega da subito al lavoro pancia a terra per aiutare e rilanciare il cuore dell'Italia", twitta per primo Matteo Salvini.

I ministeri di Forza Italia A Forza Italia vanno tre dicasteri ma tutti senza portafoglio: Brunetta alla P.a., Gelmini agli Affari regionali e Carfagna al Sud. Tutti e tre sono stati al governo con Berlusconi.

Alla Sanità resta Speranza Draghi sceglie invece la continuità per un ministero fondamentale nella gestione dell'emergenza Covid, quello della Sanità: a guidarlo sarà ancora Roberto Speranza di LeU che ricorda come la salute sia "un diritto tutelato dalla Costituzione". E questo vale anche per chi non può permetterselo, sottolinea tracciando la linea della propria azione politica.

A Italia Viva la Famiglia Per Italia Viva torna al governo Elena Bonetti, che si occuperà' sempre di Famiglia, e che insieme a Teresa Bellanova con le dimissioni ha ufficializzato la crisi del Conte II.