Ancora molto giovane, ma già un veterano. Con la conferma anche nel governo Draghi, il 34enne Luigi Di Maio sarà l'unico politico ad aver fatto parte degli ultimi tre esecutivi. Dopo aver giocato, nelle ultime settimane, da 'pontiere' dei 5S nella partita per la nascita del nuovo esecutivo accompagnando il movimento verso la transizione. E sono stati in molti a ricordare, nella cronaca degli ultimi convulsi giorni in casa pentastellata, di quando Di Maio incontrò per la prima volta l'ex presidente della Bce e disse che gli aveva fatto una "ottima impressione". Opinione probabilmente condivisa dal nuovo premier che lo ha lasciato al suo posto.
Rimanendo alla Farnesina Di Maio avrà già sul suo tavolo i dossier più importanti della politica estera italiana: dal rapporto con i partner Ue alle relazioni con gli Usa della nuova amministrazione Biden, passando per la crisi in Libia.
Nato il 6 luglio 1986 ad Avellino, Di Maio brucia le tappe della politica. Nel 2007 apre il meetup di M5S, a Pomigliano d'Arco (dove risiede la sua famiglia), e da quel momento inizia un'ascesa che lo porta in Parlamento del 2013, diventando vicepresidente della Camera a 26 anni. A settembre del 2017 gli iscritti della piattaforma Rosseau lo incoronano capo politico del M5s, con la benedizione del fondatore Beppe Grillo, che vede in lui la guida ideale per mettere insieme le varie anime. E mentre Alessandro Di Battista interpreta le pulsioni barricadere del movimento, Di Maio ha un profilo istituzionale, sempre in completo scuro e cravatta: sono i due esponenti più popolari dei 5S, in termini di consenso, e molto 'social'.
La sua leadership gli vale un incarico di peso nel primo governo Conte, a maggioranza Lega-5S: Di Maio diventa vicepremier e superministro dello sviluppo economico, lavoro e Welfare, a 31 anni. Con la rottura di Matteo Salvini e il passaggio al Conte II a trazione giallo-rossa, Di Maio diventa il più giovane ministro degli Esteri della Repubblica, a 33 anni, 'rubando' il primato a Federica Mogherini (vi arrivò a 40 anni).
Alla Farnesina, tra i primi dossier, Di Maio affronta da quello dell'immigrazione. E si batte in sede europea perché l'Ue non lasci l'Italia da sola nel farsi carico dei profughi in arrivo sui barconi dal Nord Africa. Nel frattempo, continua a lavorare sulla Cina, dopo aver seguito da vicino l'accordo sulla Nuova Via della Seta al Mise. L'intesa con Pechino provoca non pochi mal di pancia tra i partner europei e gli Usa, ma Di Maio rivendica il diritto di un paese esportatore come l'Italia di trovare nuovi mercati. Senza per questo rinnegare la centralità del legame transatlantico. Senza più la Lega al governo, inoltre, Di Maio completa il riavvicinamento con la Francia dopo la crisi dei gilet gialli.
Con l'arrivo della pandemia, il giovane ministro degli Esteri deve gestire gli aiuti dall'estero. Ed accoglie personalmente all'aeroporto i carichi di mascherine e respiratori, ma anche i team sanitari che vengono in Italia per dare una mano negli ospedali, sovraccaricati dalla prima devastante ondata.
Di Maio è il primo esponente del governo italiano ad avere un contatto con la nuova amministrazione Biden, attraverso un colloquio con il segretario di Stato Blinken. Il ritorno degli Usa ad un approccio multilaterale, orientato alla difesa del clima e ad una rinnovata partnership con l'Ue faciliterà senz'altro il lavoro del titolare della Farnesina nel nuovo governo Draghi. Rispetto all'epoca del Trump contro tutti.