Elena Bonetti, l'esponente di Italia Viva rinconfermata alle Pari Opportunità, con le sue dimissioni, insieme alla collega di partito Bellanova, ha di fatto posto fine al Governo Conte.
Mantovana, 47 anni, madre di due figli, alla sue prima esperienza come ministro è riuscita a far approvare il Family Act quella che ha definito "l'unica riforma approvata dal Governo Conte II" che dal luglio prossimo prevede un assegno unico per tutte le famiglie con figli, in base alle condizioni economiche. Lo stanziamento attuale è di 3 miliardi e poco meno di 6 a regime che si aggiungeranno al riordino dei fondi ora destinati alle famiglie, dai vari bonus alle detrazioni dei figli a carico.
La Bonetti ha più volte lamentato che la sua riforma "nata alla Leopolda" era stata finanziata "per la sola parte dell'assegno", mentre il Family Act "andava ben oltre: con l'investimento sulle giovani coppie, sulla conciliazione tra l'esperienza familiare e quella lavorativa" e soprattutto sul lavoro femminile.
Matematica, professore associato di Analisi, un passato nell'Agesci come Matteo Renzi che nel 2017 volle Bonetti nella segreteria dem. Scelta che destò sorpresa, considerato che non era una politica in senso stretto, e per di più iscritta da poco al Pd.
Da ministro durante la pandemia si è sempre dichiarata a favore della scuole aperte ed ha ritenuto un grosso errore "mettere al 100% la Dad nelle superiori". Tra le sue battaglie anche quella contro la violenza sulle donne, e tanti provvedimenti per sostenere il lavoro e l'imprenditoria femminile perché - ha più volte detto - "la violenza economica è una piaga paragonabile a quella sessuale, fisica e psicologica a cui sono soggette le donne che vengono così private di una libertà di scelta". Bonetti ha sostenuto e promosso l'emendamendo che proroga e rafforza la legge Golfo-Mosca per la presenza delle donne nei cda delle societàquotate, con l'obiettivo di quota 40%.