Flirtare alla grande: mini- guida all’”acchiappo” perfetto
Rompere il ghiaccio ed entrare in contatto non è semplice e spontaneo per tutti: ecco qualche tecnica
Flirtare è un’arte sottile. Ci sono persone abilissime e del tutto spontanee nell’entrare in contatto con una persona da cui si sentono attratte, mentre ad altri l’impresa pare ardua come scalare una montagna. In ogni caso, si tratta di un’attività a cui non dovremmo mai rinunciare, neppure quando abbiamo una storia stabile e di lunga durata: la capacità e la voglia di mandarsi messaggi stuzzicanti (in questo caso al nostro partner ufficiale) non dovrebbe mai venire meno, per mantenere viva la passione e la curiosità del nostro compagno o compagna. Ecco allora qualche tecnica di acchiappo di provata efficacia.
L’approccio diretto – Di solito è di prerogativa maschile, ma non esclusivamente. Richiede molta sicurezza in se stessi, ma è una via che ha sempre un suo perché. Il classico: “Sei molto carina. Bevi una cosa con me?” ha per lo meno il merito di far risparmiare tempo. Le donne gradiscono anche un approccio più graduale, specie se il nuovo arrivato viene introdotto da un conoscente comune; apprezzano però che, una volta rotto il ghiaccio con qualche domanda generica, si passi a qualche argomento più personale che chiarisca l’eventuale interesse (senza esagerare, ma senza girarci troppo intorno).
Giochi di sguardi – Per far intuire a qualcuno il nostro gradimento, ma senza esporsi troppo a parole, occorre puntare sugli sguardi. Per attirare l’attenzione della persona che ci interessa dobbiamo fissarlo intensamente e poi distogliere gli occhi, ripetendo l’operazione finché non si è accorto di noi. Quando i nostri sguardi si incontrano, abbassiamo subito i nostri, per tornare poi a guardarlo subito dopo. A questo punto continuiamo a osservarlo, ma alternando le parti di lui/lei su cui focalizziamo l’attenzione, comprendendo oltre agli occhi, anche la bocca e altre parti del corpo, tra cui i capelli, le mani e le spalle (o la scollatura se si tratta di una lei).
Piccoli cenni – Quando si arriva alla conversazione si è già a buon punto. A questo punto è bene procedere a piccoli passi: chiacchierando si può accennare a una frase bisbigliata accanto all’orecchio, per non essere sentiti dagli eventuali amici presenti, o a un fugace tocco sulle dita o su un braccio. Se non vogliamo esporci subito, con il rischio di spaventare la nostra “preda”, occorre muoversi a piccoli passi, giusto quanto basta ad accendere la sua curiosità e a fargli (o farle) chiedere se siamo davvero interessati a lui/lei.
Contatto! – Se vogliamo procedere con gradualità, mettiamo alla prova il perimetro dello spazio personale: a detta degli esperti, lo spazio intimo da rispettare, specie se ci si incontra per la prima volta, è di circa 45 centimetri. Se non siamo più che sicuri di noi stessi e di come reagirà l’altro, è bene considerarlo un confine da non superare. Per capire se possiamo osare di avvicinarci di più, proviamo ad accostarci per un momento, magari fingendo di lasciar passare qualcuno o di prendere qualcosa dal tavolo, Se, dopo che ci saremo subito allontanati sarà l’altro a riavvicinarsi, significa che l’attrazione è reciproca e si può azzardare un contatto diretto mentre si sta parlando. Ricordiamo che il tocco giusto è simile a quello elettrico: leggero, inaspettato e capace di far scattare il brivido.
A fior di labbra – Il sorriso è fondamentale quando si vuole conquistare una persona. Si è scomodata persino la scienza per dimostrare che un volto sorridente è considerato più attraente di uno serio. Sorridere ci fa apparire amichevoli e disponibili, oltre che più felici e sicuri di noi stessi. Il fatto di socchiudere le labbra, mordicchiarle e inumidirle con la punta della lingua è, nel codice del linguaggio del corpo, un segnale di attrazione.
Conversazione – Anche qui, ricordiamoci che less is more: se scopriamo di avere interessi e conoscenze in comune, tanto meglio: avremo un argomento in più di conversazione. Ricordiamoci però di conservare un tono e un ritmo pacato nelle chiacchiere: lasciamo spazio all’altro, facciamogli qualche domanda, giochiamo anche sulle pause di silenzio. Soprattutto, evitiamo di travolgere con le parole il nostro oggetto del desiderio: un conto è mostrarsi arguti e padroni di ogni argomento, un altro è fare la parte dell’insopportabile so-tutto-io.
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