L'11 febbraio 2021 si celebra nel Mondo la sesta giornata delle donne e delle ragazze nella Scienza; un'iniziativa promossa e istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015. Moltissime le iniziative che avranno luogo in questi giorni per normalizzare e rendere meno evidente il gender gap che, soprattutto nel mondo scientifico, è ancora terribilmente presente. Anche In Italia il divario di genere nelle materie Stem (acronimo dall'inglese di Science, Technology, Engineering and Mathematics) pesa ancora parecchio, come raccontano i dati di un'indagine condotta da Save The Children ed elaborati dall’ISTAT, riportati dal sito Skuola.net.
Lo scienziato? Per 3 ragazze su 4 è maschio
Perché le ragazze che decidono di intraprendere una carriera scientifica sono ancora troppo poche: solo il 16,5% delle giovani, infatti, si laurea in facoltà 'tecniche', contro il 37% dei maschi. E' vero che sono numeri superiori alla media europea, ma non per questo sono soddisfacenti. Un divario che affonda le sue radici ben prima dell'università: se, ad esempio, chiediamo a un gruppo di bambini di disegnare uno scienziato, solo 1 su 3 lo disegnerà donna. Una percentuale che, peraltro, si riduce sensibilmente con l’avanzare dell’età: se lo chiediamo a un gruppo di ragazze di 16 anni, saranno 3 su 4 a disegnarlo maschio. Infine, se lo chiediamo ad un gruppo di ragazzi coetanei il 98% lo disegnerà maschio. Come mai? Perché gli stereotipi di genere sono molto più diffusi di quanto si possa pensare ancora oggi, soprattutto nel processo di crescita dei giovani. La riprova? Appena 1 ragazza su 8 si aspetta di lavorare come ingegnere o in professioni scientifiche, a fronte di 1 su 4 tra i maschi.
Gli stereotipi di genere iniziano a scuola
Così, già dalla scelta del liceo o della facoltà universitaria, si avverte chiaramente che il gender gap si fa sentire eccome: tra i diplomati nei licei i ragazzi sono più presenti in quelli scientifici (il 26% di tutti i diplomati rispetto al 19% delle ragazze), mentre solo il 22% delle ragazze si diploma in istituti tecnici, quasi la metà rispetto ai maschi (42%); dati, questi, che si riferiscono all’anno scolastico 2018-2019. Percentuali basse si riscontrano anche all’ambito universitario, come abbiamo visto. Un lungo percorso non privo di ostacoli, quello che le giovani aspiranti donne nella scienza devono affrontare, che naturalmente si riflette nel mondo del lavoro: nelle aree STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica), le giovani rappresentano il 41% dei dottori di ricerca, il 43% dei ricercatori accademici, solo il 20% dei professori ordinari e tra i rettori italiani solo il 7% sono donne (come riportato dal ministero dell'Istruzione) per l’anno 2020.
Tra donne e scienza esiste ancora un divario inaccettabile
“Bambine e ragazze, in Italia come nel resto del pianeta, continuano a scontare sulla propria pelle un divario di genere che non permette loro di far fiorire le proprie potenzialità, semplicemente perché nessuno crede in loro o perché non viene offerta loro un’opportunità. Un gap inaccettabile che con la pandemia rischia di diventare ancora più profondo” queste le parole di Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children, con le quali l’associazione al fianco dei ragazzi e delle ragazze ha lanciato un’importante campagna di sensibilizzazione dallo slogan esplicativo: “#noncivuoleunascienza per capire che... #civuoleunascienziata!”.
Sicilia e Sardegna prime in Italia per scienziate
Ma, alla fine, nel mondo del lavoro quali sono i numeri delle donne impegnate nei settori scientifici? Con molta sorpresa, se si consultano i dati dell'Eurostat , si può notare come nel 2019 Sardegna e Sicilia abbiano impiegato più donne delle altre regioni d'Italia: il 37% del totale dei lavoratori di queste aree. A fare da contraltare una rappresentanza più scarsa nel Nord-Ovest e nel Sud d'Italia in generale, dove ci si ferma rispettivamente al 33% e 34%, mentre il Centro segue il trend positivo delle Isole registrando un 36%, poco sopra al Nord-Est che si attesta al 35%. Con l’Italia che, nel complesso, si aggiudica una media del 34% di donne impiegate come scienziate e ingegnere, con 400 mila donne nel campo scientifico contro circa il doppio (760 mila) dei colleghi maschi. Una media ancora troppo bassa, anche se si allarga lo sguardo per confrontarla con quella di tutta Europa, dove le donne impiegate in questi settori restano una minoranza, ma acquistano punti percentuali arrivando a circa il 41%.