A una certezza di fondo, quello dell'importanza dell'intelligenza artificiale nel Green Deal e nel rilancio dell’economia nella fase post-Covid, corrisponde una necessità altrettanto irrinunciabile: quella di non sostituire mai l'uomo. E di salvaguardare diritti individuali e sicurezza. Queste le ragioni che hanno spinto il Parlamento europeo a sollecitare la Commissione europea a presentare un nuovo quadro giuridico che delinei i principi etici e gli obblighi legali da seguire nello sviluppo dell'IA. Al centro delle proposte avanzate: la creazione di un'intelligenza artificiale antropocentrica e antropogenica. Ovvero, i diritti dell’uomo al centro di tutto…
I vantaggi dell’intelligenza artificiale - Presente e futuro della tecnologia? Si declinano sulle orbite dell’intelligenza artificiale, ovvero sulla capacità della macchina di mostrare prerogative tipicamente umane, quali ragionamento, apprendimento, pianificazione e creatività. Inutile sottolineare dunque la centralità dell'IA all’interno della trasformazione digitale della società e il suo utilizzo nelle nostre vite di tutti i giorni (ricerche on line, assistenti personali negli smartphone, prevenzione e lotta contro il Covid-19, cyber sicurezza, amministrazione pubblica e servizi). Tante virtù e tanti vantaggi ma, soprattutto, tante prospettive di utilizzo che porteranno molti benefici quali migliori cure sanitarie, processi di produzione più efficienti ed energia più economica e sostenibile.
I rischi - Ma c’è anche un rovescio della medaglia, ovvero l’insieme dei rischi e dei pericoli insiti nell’utilizzo dell’IA. Quali? Ad esempio la minaccia ai diritti fondamentali e alla democrazia, la violazione dei propri dati personali, l’utilizzo improprio di armi distruttive progettate nel modo sbagliato, l’eliminazione di molti posti di lavoro. Questi i timori di fondo che hanno spinto nei mesi scorsi il Parlamento europeo a interventi mirati, volti a plasmare la legislazione europea sull’intelligenza artificiale e a vigilare sulle insidie nascoste nell’applicazione di queste nuove tecnologie. Tre gli atti importanti firmati dal Parlamento Ue:
Commissione speciale sull’intelligenza artificiale nell’era digitale (AIDA) - Nasce per volere del Parlamento Ue nel settembre del 2020. Composta da 33 membri, è incaricata di analizzare il futuro impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia europea e in particolare su istruzione, salute, trasporti, ambiente e difesa. Massima priorità: costruire e supportare un’intelligenza artificiale che funzioni per il benessere dei cittadini, rispettando diritti ed eliminando pregiudizi e discriminazioni.
Tre proposte - Presentate dal Parlamento Ue nell’ottobre del 2020, vertono sulla necessità di regolamentare l’IA e dare una spinta decisiva all’innovazione, agli standard etici e alla fiducia nella tecnologia. Il testo, approvato con quasi 600 voti favorevoli, contiene alcune parole d’ordine fondamentali per disciplinare l’utilizzo dell’IA. Fra queste: sicurezza e trasparenza, diritto di ricorso, garanzie contro distorsioni e discriminazioni, responsabilità sociale e ambientale, rispetto della privacy e protezione dei dati.
Linee guida per l’uso dell’intelligenza artificiale in campo militare e civile - Ispirate alla volontà di non prescindere mai dai diritti del singolo cittadino, sono state presentate dal Parlamento Ue il 20 gennaio 2021 con l'obiettivo che l’IA (e dunque la macchina) non sostituisca mai l’essere umano e che mai lo sollevi dalle sue responsabilità in campo decisionale. Da queste promesse sono scaturite alcune indicazioni importanti relative al bisogno di una supervisione umana dei sistemi usati per la difesa. E alla necessità di cancellare completamente l’utilizzo dei cosiddetti “robot assassini” in grado di compiere un’azione letale, utilizzando un sistema d’arma autonomo.
Nuove iniziative - Nel frattempo il Parlamento sta lavorando a numerose altre iniziative sempre riguardanti l’applicazione dell’intelligenza artificiale. Gli ambiti presi in esame saranno quelli della cultura e della giustizia.