Conte al vertice M5S: "Primo giorno da leader? Non mi risulta" | Ma Di Maio: "Oggi la famiglia si allarga"
Il Presidente del Consiglio uscente dopo la conclusione del primo giro di consultazioni del premier incaricato Draghi: "Nessun rammarico, spero si creino le condizioni per la messa in sicurezza dell'Italia"
Il giorno delle consultazioni con il presidente incaricato Mario Draghi era particolarmente atteso in casa Cinque Stelle. Il finale (del primo tempo) è stato scritto dal capo politico reggente Vito Crimi dopo più di un'ora di colloquio con l'ex presidente Bce al quale ha partecipato come capodelagazione anche Beppe Grillo. La sintesi? Il Movimento è pronto ad appoggiare Draghi ma con "maggioranza politica e ben definita" che dia vita a un esecutivo "solidale, ecologista, europeista" e che riparta dal "lavoro fatto dal precedente governo", il Conte bis (quindi con il reddito di cittadinanza come pilastro). Un appuntamento particolarmente importante in casa M5s si era però tenuto prima di incontrare Draghi. Nel vertice con gli eletti, infatti, ha partecipato per la prima volta anche Giuseppe Conte. Il premier dimissionario aveva già dichiarato che per gli "amici del M5s" lui ci "sarà sempre", implicitemente candidandosi alla guida in una futura caolazione di centrosinistra con "gli amici di Pd e Leu". Ma la giornata odierna segna indiscutibilemente un passo in avanti importante.
"Primo giorno da leader del Movimento Cinque Stelle? Non mi risulta": è con questa battuta che Giuseppe Conte ha dribblato (da buon ex calciatore) la domanda alla quale i cronisti presenti a Montecitorio avrebbero voluto poter dare una risposta, anche perché le prossime elezioni distano poco più di due anni (nel mezzo, ci sarà l'elezione del nuovo Capo dello Stato). Ad avvicinare Conte alla guida del Movimento, però, ci aveva già pensato Luigi Di Maio poco prima: "Oggi è un momento di compattezza con la presenza di tutti, di Grillo e Casaleggio. E anche di Conte. Oggi la famiglia si allarga".
Sono tantissime, ormai, le "investiture" ricevute da Giuseppe Conte da parte degli eletti (ma anche dal popolo della Rete) pentastellati. Da sempre considerato intoccabile da Grillo, Conte è dall'inizio della sua esperienza alla guida del governo gialloverde (metà del 2018) che lavora in simbiosi con i principali esponenti Cinque Stelle al governo, in Parlamento e fuori (da Di Maio a Bonafede, da Fraccaro alla Taverna a Morra per finire a Virginia Raggi e Chiara Appendino). Persino il più 'ribelle' dei pentastellati, Alessandro Di Battista, ha fatto sapere a più riprese in passato di augurarsi che Conte si iscriva al Movimento per poi magari prenderne le redini in mano.
Adesso, però, in casa M5S la parola d'ordine è "non correre troppo". Prima c'è capire se il governo Draghi (come sembra) vedrà la luce, ma anche a quali condizioni. L'entrata nella maggioranza (e probabilmente nel governo) di esponenti di Lega e Forza Italia potrebbe portare alla auto-esclusione di Liberi e Uguali, teoricamente futuro partner dell'alleanza giallorossa. Da vedere anhe come si muoverà il Partito Democratico. Nel mentre, i riflettori sulla seconda carriera politica di Giuseppe Conte rimarranno accesi. Anche se lui, come ultima dichiarazione, si è ulteriormente chiuso in difesa (non era un roccioso centrale, ecco): "Dobbiamo guardare sempre al bene dell'Italia e dei cittadini, non ai destini personali. Quindi nessun rammarico".
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