Vigilia delle consultazioni con Mario Draghi agitata per il centrodestra che appare su posizioni più che differenti. L'iniziale "compattezza" mostrata di fronte al capo dello Stato viene infatti meno e i tre partiti si presenteranno separatamente all'incontro con l'ex governatore della Bce. All'apertura di Forza Italia si contrappone un netto no di Fratelli di Italia, che potrebbe evolversi solo in astensionismo, mentre Salvini e la sua Lega sembrano possibilisti seppur con paletti molto stretti.
Forza Italia: "Pronti ad ascoltare Draghi, personalità di altissimo profilo" Forza Italia e Silvio Berlusconi non hanno mai nascosto l'apprezzamento per Draghi. "Andiamo alle consultazioni a sentire Mario Draghi, quali idee ha e cosa propone. E' una personalità di altissimo profilo", aveva detto giovedì il leader di FI al termine del vertice con Lega e FdI, sottolineando inoltre che avrebbero valutato "insieme come centrodestra cosa fare. Se siamo arrivati fino a qui e perché siamo rimasti uniti". Una posizione questa che sembra essere venuta meno nel frattempo.
Sicuramente Berlusconi sarà presente alle consultazioni, come ha fatto sapere, Antonio Tajani: "Berlusconi è il leader di Forza Italia, quindi sarà lui a guidare la delegazione, parlerà lui con Draghi. Del resto fu lui a indicarlo come governatore alla Banca centrale europea, tra loro c'è un'antica conoscenza e assonanza sulle politiche economiche seguite quando era alla guida della Bce", ha quindi spiegato il vicepresidente di Forza Italia.
Salvini: "O Grillo o la Lega" All'indomani del conferimento dell'incarico a Draghi, Matteo Salvini si era mostrato "possibilista". "Non diciamo no o sì a priori a Draghi, sarebbe poco serio", aveva infatti spiegato il leader della Lega giovedì, che a meno di 24 ore dall'incontro con Draghi palesa alcune delle sue "condizioni": "Draghi dovrà scegliere tra Grillo e la Lega. In base alle risposte che avremo, faremo le nostre scelte. E qualunque sarà, sarà la scelta di tutti a differenza di altri dove ci sono correnti interne, fuoriusciti e ripensando. La Lega quando sceglie si muove come un sol uomo".
Più sfacciatamente "possibilista" è apparso il vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti: "Draghi è un fuoriclasse e come Ronaldo non deve stare in panchina".
Meloni: "Astensione se unito tutto il centrodestra" Di tutt'altro avviso si è sempre mostrata Fratelli d'Italia. "Non c'è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d'Italia al governo Draghi", ha detto infatti Giorgia Meloni, sottolineando che "gli italiani hanno il diritto di votare". L'ipotesi di un compromesso potrebbe tuttavia esserci anche per FdI e si concretizzerebbe nell'astensione. "Credo nella compattezza del centrodestra, so che altri hanno altre posizioni - ha spiegato la Meloni -. Ho proposto una astensione se lo fa tutto il centrodestra: faccio mezzo passo se il resto del centrodestra fa mezzo passo verso di me".
"Il mio no non è un no alla figura di Mario Draghi - ha chiarito -. Io non sono d'accordo sul metodo e sulla scelta del presidente della Repubblica che, secondo me, avrebbe dovuto sciogliere le Camere. So che Fratelli d'Italia non ha le difficoltà interne che i partiti hanno, ma non capisco la posizione di Salvini su un eventuale governo Draghi quando dice: 'Draghi scelga tra la Lega e il Movimento 5 Stelle'... perché il Pd va bene? La Boldrini va bene? Leu va bene? Qualcosa mi sfugge, glielo chiederò quando lo sento".