Anche in questo periodo turbolento, come ogni anno, per la scuola è tempo dei tradizionali bilanci. Proprio in queste settimane per studenti, insegnanti e genitori torna l’appuntamento con le pagelle di fine primo quadrimestre. Tra Dad, turni, ingressi scaglionati e presenza al 50% la prima parte dell’anno scolastico è stata una vera e propria sfida, sia per i ragazzi che per i professori. Come si saranno comportati questi ultimi nel dare i voti al momento degli scrutini? Avranno considerato tutte le problematiche emerse negli ultimi mesi? E come si dovrà interpretare la tanto temuta pagella? Il portale studentesco Skuola.net l’ha chiesto a Cristina Costarelli, dirigente scolastica del liceo scientifico Newton di Roma, che ha fugato ogni dubbio, tranquillizzando tutti: il periodo in Dad è stato in ogni caso tenuto a mente e, qualora siano emerse delle difficoltà, le valutazioni negative sono state spesso “ammorbidite”. Ma non per questo, durante l’anno, verrà richiesto minore impegno agli studenti.
Preside, come si arriva al voto in pagella in un periodo in cui molti studenti hanno passato diverse settimane presenti a scuola solo in digitale?
"Rispetto al voto in pagella del primo periodo, dietro all’espressione di questo voto ci sono delle griglie di valutazione che hanno predisposto le scuole e sono nei piani dell’offerta formativa. Si tratta di schede in cui si tiene conto sia della parte che gli studenti hanno frequentato in presenza sia della parte a distanza. Quindi, fino a ottobre, in presenza, si tiene conto di quello che è avvenuto in quel periodo. Per quanto riguarda il periodo a distanza, ci sono gli stessi criteri rispetto agli obiettivi della progettazione, ma si tiene conto anche degli aspetti aggiuntivi specifici della didattica a distanza, come la responsabilità, l’impegno, la modalità diversa di predisposizione degli elaborati. In sintesi, va ricordato sempre che il voto che si trova nella scheda del primo quadrimestre non è mai la media aritmetica dei voti delle prove. Il voto della singola prova è il voto di quella prestazione, mentre la valutazione che si trova nella pagella del primo quadrimestre tiene conto anche di un percorso fatto dallo studente da un punto di partenza a un punto d’arrivo".
Quali sono stati i modi più comuni per verificare la preparazione degli studenti?
"Per verificare la preparazione degli studenti, in presenza sono state usate le modalità consuete (scritte, orali e, per le materie che lo richiedono, pratiche), mentre a distanza sono state utilizzate prove a tempo, test, elaborati, prove da realizzare autonomamente a casa e poi inviare al professore. Nella fase di didattica a distanza c’è una maggior varietà di prove, in modo tale da poter avere più elementi per esprimere una valutazione, perché chiaramente la distanza rende questa valutazione un po’ più difficile".
Visto il periodo, saranno prese in considerazione durante gli scrutini eventuali problematiche legate alla Dad?
"Per quanto riguarda le problematiche legate alla Dad, sicuramente se ne tiene conto in questo periodo. Le valutazioni, soprattutto quelle un po’ più negative, vengono anche ammorbidite."
E' possibile che uno studente si veda assegnare un 'non classificato' perché non ha avuto gli strumenti per frequentare in Dad?
"In primis tutte le scuole hanno fornito strumenti a tutti coloro che ne avevano bisogno, sia in termini di device sia in termini di chiavetta per la connessione. Se addirittura le difficoltà fossero state insuperabili, si poteva anche prevedere che i ragazzi venissero a scuola. Sappiamo che per i ragazzi con DSA era possibile ed è sempre stata permessa la frequenza. Quindi la risposta è assolutamente no: nessuno ha mai avuto un 'non classificato' per non aver avuto gli strumenti."
Nella sua scuola il rendimento, e quindi i voti, degli alunni hanno risentito del ricorso prolungato alla DaD al 100%?
"Nella scuola nella quale sono dirigente il percorso in Dad ha determinato qualche lieve scostamento dagli anni precedenti. Da uno sguardo complessivo sicuramente ci sono state meno insufficienze gravi, proprio perché si è tenuto conto di queste difficoltà e soprattutto per quanto riguarda gli studenti del primo anno, ma in modo residuale si è osservata questa differenza".
Sono previsti corsi di recupero in caso di insufficienze? Come si stanno organizzando le scuole?
"Ove ci siano delle insufficienze, le scuole si stanno organizzando in varie modalità, già attuate in passato. In molte scuole si prevedono una o due settimane in cui si definisce questo periodo come sospensione della didattica, si ferma l’avanzamento del programma del percorso annuale e ci si concentra sul recupero di classe: nel senso che è un recupero di gruppo per chi ha delle difficoltà, ma anche un approfondimento, un potenziamento per tutta la classe. Poi si prevedono corsi di recupero pomeridiani, oppure degli sportelli di recupero a richiesta. Le modalità per venire incontro alle difficoltà dei ragazzi sono numerose".
La "consegna" delle pagelle avverrà in maniera differente rispetto al passato a causa della pandemia?
"Rispetto alla consegna delle pagelle non ci sono differenze: perché già da diversi anni non avveniva una consegna fisica delle pagelle, ma la visualizzazione della scheda di valutazione avviene tramite il registro elettronico, quindi nessuna novità rispetto agli anni precedenti".
In generale, i tradizionali colloqui scuola-famiglia come si sono svolti fino a questo momento?
"In riferimento ai colloqui scuola-famiglia, anche qui le modalità hanno tenuto conto della distanza. Si è partiti da scambi via mail tra i genitori e i professori oppure contatti telefonici. Inoltre, più diffuse e anche più gradite soprattutto dai genitori sono le videocall attraverso il sistema di prenotazione del registro elettronico, ormai ben collaudato. Il genitore prenota un colloquio e automaticamente il sistema genera un link che indirizza alla videocall".
Un’ultima considerazione sulla situazione di questi ultimi mesi?
"Attenzione a non far passare l’idea che siccome si tiene conto delle difficoltà della didattica a distanza significa che il percorso sia più facile, che ci siano degli sconti e che i ragazzi debbano lavorare di meno. Perché è un po’ questo il rischio: nel momento in cui si dice 'ok cerchiamo di essere più comprensivi' è facile che passi il messaggio 'ok allora possiamo rilassarci, i ragazzi possono studiare di meno'. Ecco, non è così. Perché comunque le richieste in termini di obiettivi sono le stesse. Il fatto che qualche argomento, qualche contenuto, non possa svolgersi regolarmente non significa che comunque non ci sia l’attenzione ai cosiddetti nuclei fondamentali delle discipline. Quindi i punti centrali e fondamentali delle programmazioni si svolgono in ogni caso. Certamente questo periodo, che alterna lezioni a distanza e in presenza, porta a dover cercare continuamente nuovi equilibri e costringe a ridurre in qualcosa i contenuti, ma non gli obiettivi e le competenze fondamentali".