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Governo, Pd cerca unità su Draghi | Zingaretti: "Fase nuova, non buttare a mare alleanza con M5s"

Nella serata di mercoledì vertice tra Partito Democratico, 5 Stelle e Leu. Il segretario Dem: "Positiva la disponibilità a tenere aperta una prospettiva politica unitaria"

Ansa

"Nel quadro del lavoro che si è avviato dopo il conferimento dell'incarico al professor Draghi, pur nel rispetto del confronto che si è aperto tra le forze politiche, è positiva la disponibilità di Pd, M5s e Leu di voler continuare a tenere aperta una prospettiva politica unitaria". Lo dichiara il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine dell'incontro con il Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali.

La partita del Pd Convergere, per responsabilità su Mario Draghi ma non rompere l'alleanza con il Movimento 5 stelle e Leu. E' questa la partita che il Pd, fallito il tentativo di dar vita al Conte ter, ha tentato di giocare nella giornata di mercoledì. La linea, all'interno della 'war room' del Nazareno è chiara. La inizia a tratteggiare Andrea Orlando di buon mattino: vanno evitati "gli errori del passato", dice riferendosi al governo tecnico guidato da Mario Monti che costò caro ai Dem. "Non basta dire "C'è Draghi, viva Draghi", spiega, serve piuttosto "una convergenza sul programma" e, in ogni caso, non dipende tutto dal Pd, che in Senato "pesa per l'11%", la decisione verrà presa "anche in relazione a quello che fanno le altre forze politiche".

Zingaretti: "Con Draghi si apre una nuova fase" Nicola Zingaretti lo dice chiaro. Con l'incarico a Mario Draghi "si apre una fase nuova", che può portare il Paese "fuori dall'incertezza" creata da una crisi "irresponsabile e assurda". In ogni caso, però, "non bisogna perdere la forza e le potenzialità" del "patrimonio unitario" costruito con M5s e Leu che rappresenta "l'unica alternativa" alla vittoria della destra. Di qui la scelta di incontrare gli alleati, per cercare una convergenza possibile. Perché, per i Dem, non sarebbe affatto facile dire sì a un governo Draghi, se il M5s alla fine decidesse di votare contro, soprattutto se la golden share sulla nascita del nuovo esecutivo l'avesse il centrodestra e i voti della Lega (ancora ufficialmente contraria) fossero determinanti.

L'incontro con M5s e Leu Dopo l'incontro, in realtà, le posizioni restano distanti. Anche se Zingaretti registra la "positiva disponibilità di voler tenere aperta una prospettiva politica unitaria". La mediazione è comunque in atto. Dario Franceschini si spende in prima persona: "Dico agli amici dei Cinque stelle: attenti, di fronte a problemi ancora più gravi, a non rovesciare le parti; attenti, di fronte a un richiamo come quello di Mattarella e alla disponibilità di una personalità come Draghi a non produrre un esito paradossale: la maggioranza che si spacca e la destra disponibile per senso di responsabilità", avverte, dicendosi convinto del fatto che lo stesso Giuseppe Conte sarà "il primo e il più convinto sostenitore" del premier incaricato.

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